Wild Town. Capitolo 5. L’appostamento

di Roberto Ceci

(© tutti i diritti riservati)

 

Wild Town

 

Wild Town è una piccola città che si trova nel centro degli Stati Uniti, conta solo cinquecento abitanti più altri duecentocinquanta dei due paesi confinanti Hellbuck e Porrown. A Wild Town si vive come in un paese, ci si conosce tutti per nome  e nessuno sembra avere un solo segreto. A Wild Town vive un uomo,Winston Smeeth, il becchino del paese che, oltre ad avere l’unico ufficio di onoranze funebri è anche proprietario dell’unico ufficio investigativo di zona, un ufficio però che è quasi sempre chiuso. Fino ad ora…

 

Capitolo 5: L’appostamento

 

 

(immagine da http://www.spangshot.it/MimetismoCapanni.htmLa signora Lewis lo osservava con aria orgogliosa. Per una donna come lei non doveva essere stato semplice ammettere di avere dei dubbi su suo marito, l’avvocato del paese. Persona rispettabile e ben voluta da tutti. Winston però non aveva molto tempo, doveva trovare l’uomo che aveva visto sotto lo studio del dottor Greig, doveva trovare quelli che avevano fatto perdere la memoria a suo padre. Doveva scoprire cosa erano venuti a fare a Wild Town e cos’era tutto quel mistero che celavano. Big Bob si sentiva minacciato e se un tipo pericoloso come lui aveva paura, forse c’era ragione di averla.

-Signora Lewis io capisco le sue preoccupazioni…- Iniziò Winston.

-…ma in questo periodo sto seguendo vari casi e..

-La pagherò molto bene signor Smeeth. – Disse la signora Lewis.

-Ma non si tratta di questo, non sono i soldi il problema. Come le dicevo ho molti altri casi e non vorrei offrirle un servizio al di sotto di quelli che sono i miei standard abituali.

-Signor Smeeth i suoi standard abituali non esistono. Lei è un perfetto idiota, non ha alcun intuito come detective, per carità è un ottimo becchino ma per il resto…

-Signora Lewis io…

-Mi stia a sentire le sto dicendo che mio marito ha una relazione con qualche sgualdrinella, non è un dubbio, è una certezza. Lei deve trovare solamente le prove, un paio di foto e il gioco è fatto, andrei anche a chiedere a qualcun altro, ma si dia il caso che lei sia l’unico ottuso investigatore della città. Tenga…- La signora Lewis tirò fuori una piccola busta bianca, Winston la prese ma non la aprì.

-Qui c’è il suo compenso, sono sicura che basterà. Da domani comincerà a lavorare al mio caso. Mi ha capito? – Winston aveva sempre avuto dei problemi con le donne dal carattere forte. Sua madre era una di queste e aveva sempre avuto la meglio su di lui. Crescendo le cose non erano cambiate e così rispose: – Certamente signora Lewis, la chiamerò non appena avrò delle novità.

Winston rimase solo nella stanza, guardò fuori, la luce del giorno stava lentamente lasciando spazio all’oscurità. Si prese la testa tra le mani, si sentiva stanco, voleva assolutamente dare un’occhiata alla base governativa di cui gli aveva parlato Big Bob, ma non poteva se aveva un caso da seguire. Decise che doveva sbrigarsi, non sarebbe stato difficile in fondo beccare con le “mani nel sacco” l’avvocato Lewis e poi sarebbe andato in cerca degli uomini del governo, oltre i confini di Hellbuck. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da Christian che entrò nella stanza.

-Tutto bene? – Gli chiese.

-Certo, abbiamo un nuovo caso. La signora Lewis crede che suo marito la tradisca.

-È così, lo sanno tutti.

-Ah… e sai con chi…

-Lascia stare, ma non dovevi andare ad Hellbuck?

-Andrò dopo aver chiuso questo caso.

-Capisco…io vado giù a Porrown vuoi venire con me? – Chiese Christian tirando fuori una piccola fiaschetta da dentro la giacca. Ne bevve in gran quantità, poi con la manica si asciugò le labbra.

-Cosa ci vai a fare a quest’ora?

-Vado a puttane. Vuoi venire? – Christian si era sempre distinto per il tatto e per essere uno che parlava in maniera indiretta.

-Mmm… no… ti ringrazio. Preferisco iniziare questo lavoro.

-Quant’è che non stai con una donna?

-Ma questo…non vedo cosa c’entri. – Winston non sapeva cosa rispondere, effettivamente era da quando si era separato con sua moglie che…in verità non aveva avuto altre donne oltre a lei e le volte che erano stati insieme potevano essere contate con le dita di una sola mano. Winston abbassò la testa, sconfortato da quel pensiero. Forse l’espediente di Christian non era così male. Quando alzò la testa di nuovo, il suo amico lo osservava bevendo.

-Preferisco lavorare, davvero.

-Come vuoi allora, buon appostamento.

-Grazie.

-Ricordati che domattina dobbiamo lavorare, alle 10 c’è il funerale. – Disse Christian. Winston lo aveva completamente dimenticato. Il signor Francis era morto alla veneranda età di 95 anni, il corpo era giù nella sala/mortuaria sotto di loro.

-Grazie, lo avevo dimenticato.

-Fa niente…ho preparato il cadavere. Sembra vivo.

-Bene, a domani. – Christian uscì. Era sempre stato un grande professionista nel truccare i cadaveri, era eccezionale. Winston lo aveva preso con se per caso, un giorno lo aveva trovato riverso a terra davanti alla porta delle pompe funebri, da quel giorno era nata una grande amicizia, poi aveva scoperto le sue doti, con i cadaveri e con le macchine. Successivamente avevano adibito il loro garage anche a officina meccanica. Nessuno però era ancora riuscito a scoprire da dove venisse. L’unica cosa che Christian ricordava era di essere nato in Romania. Poi nient’altro. Winston si alzò e aprì il cassetto con l’attrezzatura che avrebbe usato quella sera. una macchina fotografica Nikon, un taccuino con penna, gli immancabili occhiali da sole, cappello con tesa stretta grigio scuro e cappotto scuro. Prese le chiavi del’auto e uscì.

Arrivò davanti l’ufficio dell’avvocato in pochi minuti. Le finestre dello studio erano accese. Lewis era ancora lì. Spense il motore dell’auto e attese. Si abbassò per non dare nell’occhio. Il lavoro di appostamento o pedinamento doveva essere affrontato con grande pazienza e autocontrollo, Winston ormai era diventato un esperto. Nel corso degli anni gli era capitato di affrontare quei casi almeno un altro paio di volte. Dopo circa mezz’ora di attesa qualcosa lo destò. Qualcuno aveva bussato…al suo finestrino. Winston alzò di scatto la testa. L’avvocato Jonathan Lewis lo stava osservando da dentro il vetro. Winston cercò di ricomporsi e abbassò il finestrino.

-Winston …che ci fai qui?

-Oh io… non… niente.

-Tutto bene?

-Oh… certamente credo di… essermi addormentato mentre andavo a casa.

-Ma casa tua non è da quella parte?

-Oh certo, andavo da mio padre infatti. – Rispose pronto. A Winston non la si poteva fare facilmente. Lewis lo osservava con un espressione strana. Era un uomo molto alto, magro, con un collo spaventosamente lungo e capelli sempre corti e ordinati. Forse non ci era cascato.

-Perché indossi gli occhiali da sole? – Merda!

-Ehm… ho un problema, sai i miei occhi…

-Oh… mi dispiace, beh, adesso devo andare, mi ha fatto piacere vederti Winston.

-Anche a me.

-Arrivederci.

-Arrivederci Jonathan.

L’aveva scampata bella. Adesso non poteva seguirlo, avrebbe dato troppo nell’occhio. Doveva aspettare almeno un paio di giorni e poi lo avrebbe stanato. Aveva ancora tempo per andare a dare un’occhiata alla basa indicatagli dal Boss di Wild Town. Stava per accendere la macchina quando di nuovo il bussare sul vetro lo fece sobbalzare.

Si voltò, questa volta non era Lewis. Christian lo osservava. In mano non aveva la solita fiaschetta o la solita birra. Stava fumando erba.

-Fai passi da gigante… – Disse Winston indicando lo spinello.

-Anche tu. – Rispose Christian Indicando l’auto di Winston.

-Che ha che non va?

-Lewis ti ha scoperto?

-E tu che diavolo ne sai…?

-Se un pochino appariscente con l’auto delle pompe funebri. – A questo Winston non aveva pensato.

-Per non parlare degli occhiali e del cappello. Dai più nell’occhio di una vecchia ad un concerto di Eminem.

-Okay, okay ho afferrato. Fa niente, lo beccherò un altro giorno, ora vado a dare un occhiata a quel posto di cui mi parava Big Bob,vieni con me?

-No…

-Ah… okay, devi ancora andare… lì… ?

-Dove?

-Sì dai dove hai detto prima?

-Oh no, ho fatto.

-Ma è passata meno di un ora.

-Basta e avanza. Dammi la macchina fotografica. Ci penso io a Lewis, così potrai andare tranquillamente dove vorrai.

-Mi dispiace, ma Lewis non è più qui, non ho idea di dove sia andato.

-Io sì, viene a puttane nello stesso posto dove vado io.

-Cosa??? E perché diavolo non me lo hai detto prima.?

-Pensavo avessi tutto sotto controllo e poi, avevo da fare.

-Cristo Santo Christian…. okay, va bene, fa come vuoi. Tiene questa dannata macchina fotografica. Io vado.

-Ciao.

Christian si allontanò a piedi. Winston accese la macchina sbuffando. Avrebbe dovuto parcheggiare lontano, non voleva dare nell’occhio con quella macchina. Adesso o aveva capito. Partì a razzo in direzione di nuove inquietanti scoperte.

 

 

 ( A Whitney…The Voice. )

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