Quando leggere, a Mantova, diventa qualcosa di letteralmente gustoso…

di Antonella Narciso

 

 

Metti un afoso tardo pomeriggio a Mantova. Pagati tutti i possibili tributi culturali a palazzi, piazze, chiese e teatri, arriva il momento della resa: il cervello inserisce il pilota automatico e si lascia andare al flusso delle strade, nell’attesa paziente che anche le gambe cedano alla fatica e firmino un armistizio temporaneo. In questo stato la città scorre sotto forma di elenco di nomi ed imperativi: bicicletta, evitare!, piccione, spostarsi!, marciapiede, salire!, alimentari, mangiare!, libreria, entrare!, ingresso, ingresso?

Ecco, basta un cacofonico punto interrogativo per rompere il tavolo delle trattative e ritrovarsi nuovamente consapevoli. Gli occhi scorrono sulla superficie della vetrina nella vana ricerca dell’entrata e mentre già il senso di impotenza fa salire alle labbra, direttamente dalle memorie dell’infanzia, la formula di Aladino che tutti i varchi svela, un cartello discreto si fa largo tra le brume del pensiero magico ed avvisa che l’ingresso è sulla sinistra di chi guarda. Bene. Non fosse che a sinistra la mappatura in automatico della città ha registrato una gastronomia.

Con il sorriso ebete e disarmato di chi teme i postumi di una insolazione primaverile, ci si affaccia in un antro di prelibatezze locali ma non solo: formaggi di tutte le consistenze e stagionature, etichette di birre viste solo in esercizi specializzati, cascate di mostarde artigianali e tè inglesi. Al bancone Laura, esperta di tesori alimentari e paziente consigliera che non si arrende nemmeno di fronte alle richieste più complicate né inorridisce ascoltando le proposte di accostamenti più arditi: è davvero un piacere farsi narrare le vicissitudini matrimoniali di vini e prodotti caseari oppure appassionarsi alla metamorfosi della mela campanina quando incontra la senape. E perché non offrirsi una originalissima pausa pranzo all’aria aperta con un cono di carta, come a Roma si usa per le caldarroste, ripieno di tocchi di formaggio, prodotti da forno secchi ed una bevanda? Un sogno per le papille di curiosi e gourmet interrotto solo da un frinire insistente, dapprima sordo poi sempre più definito, che proviene da qualche parte della coscienza: sì, tutto davvero molto interessante, ma i libri?(foto da http://ibiskosrisolo.splinder.com/archive/2009-02)

I libri sono la primizia in attesa del visitatore nelle restanti due salette che compongono il negozio: scaffali dove si allineano novità di narrativa dei grandi editori come manuali di cucina, favole per bambini e saggi per adulti; in alto, quasi fosse un prezioso aceto balsamico, un libro di fotografie su Patti Smith. Opere che il bibliomane vorace può acquistare e mangiare, solo con gli occhi però, anche mentre allena olfatto e palato con gli alimenti in vendita: l’inverso è vivamente sconsigliato. Inoltre per scongiurare il rischio di diete debilitanti per lo spirito, vengono organizzati incontri, giochi letterari e gruppi di lettura negli spazi stessi del locale.

“Il Pensatoio” unisce cura dei dettagli ed amore per l’esercizio solidale di sensi ed intelletto, il tutto condito da una rara capacità di sedurre con trovate semplici eppure originali che ben rispecchia il neologismo ‘librogusteria’.

Per chi fosse alla ricerca di un paradiso culturale ed alimentare, le domande di asilo politico vanno indirizzate dal martedì alla domenica, a “Il Pensatoio”, Via Accademia 56 46100 – Mantova – tel.0376/1810788

http://www.pensatoioinrete.it

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