di Francesco Bordi
Piccolo il formato, quasi da cartolina postale.
Copertina che rappresenta un viandante immerso nella natura di un bosco al mattino.
La sinossi che invita ad assaporare i momenti di illuminazione che capitano viaggiando
ed una lunghezza piuttosto breve.
Tenendo tra le mani “Le rivelazioni del viaggio” a cui Giovanni Agnoloni ha dato vita per Ediciclo Editore ero entrato nell’ordine d’idee di un titolo piacevole in cui veniva ribadita l’importanza del viaggio, a più livelli, magari da un punto di vista intimista che prestasse il fianco alla filosofia. Insomma il classico libro, probabilmente un compendio, appartenente alla letteratura di viaggio. Si tratta di pubblicazioni che amo a volte con riserva, perché spesso sanno di già visto, già letto, già sviscerato (è già capitato in passato). Mi preparavo, dunque, ad un viaggio probabilmente gradevole che però avevo già svolto più e più volte. Il medesimo viaggio, inteso come tipologia.
No, Lettori cari. Non è andata così, e ne sono estremamente contento! Non è la meta che ha fatto la differenza, non il viaggio in sé e, in un certo senso, non è stata nemmeno la forte esperienza del narratore in giro per il mondo… Siamo stati chiaramente tutti noi! Proprio come il sottotitolo lasciava intuire anche più della sinossi: “piccoli attimi di perfetta chiarezza lungo il cammino”.
Giovanni Agnoloni non si è limitato a raccontarci come le sue esperienze di viaggio abbiano inciso sulla sua vita, già altri lo hanno fatto e continuano a farlo. Noi abbiamo viaggiato insieme a lui nei suoi piccoli e grandi spostamenti, così come lui ci ha accompagnato nelle nostre personalissime esperienze in mare, in montagna, all’estero, nei nostri paesini, nei borghi o anche semplicemente nel nostro locale del cuore o nell’albergo preferito, Come ha fatto? Nella maniera più naturale, più antica e più ancestrale. Questo autore e traduttore fiorentino non ha fatto altro che metterci a parte delle sensazioni che provava fin dai suoi primissimi spostamenti da bambino fino alla serie di trasferte che oggi gestisce abitualmente anche per lavoro. Ogni volta che ci propone una sua esperienza, si ferma (proprio come farebbe in una stanza d’albergo o in un locale) e chiarisce cosa gli sta lasciando e dove lo sta portando quel cambiamento di strade e di case, di odori e di colori, di lingua e di sapori.
Le sue Rivelazioni del viaggio arrivano ad essere quasi paradossali perché sebbene costituiscano un testo estremamente intimo che parte sempre dai suoi movimenti personali correlati addirittura di dettagli come luoghi specifici, quartieri, anno di riferimento e compagni di viaggio (quando presenti), le sue sensibili deduzioni appaiono universali e totalmente condivisibili, siamo noi! Di fatto è davvero difficile, anzi difficilissimo, non riconoscersi nelle parole dell’autore nel corso dei suoi movimenti, così come nell’ambito delle sue riflessioni e teorizzazioni. Questo vale tanto per gli appassionati di viaggi e di letture (che sono spesso compagni indissolubili), quanto per chi magari si è mosso poco limitandosi solo a qualche spostamento fuori porta o alle classiche gite scolastiche.
Agnoloni ci offre con umiltà le teorie che ha sviluppato (e ancora sviluppa) nel corso degli anni in merito all’uomo ed il suo rapporto con il creato: un insieme di natura e opera umana che amiamo osservare ma che, a sua volta, osserva noi, da sempre. Nel corso delle sue pagine affrontiamo aspetti come la fisica quantistica di Carlo Rovelli (più vicina di quanti si possa pensare), il concetto di epifania, intesa come manifestazione, e sincronicità fra noi e ciò che andiamo a cercare (o che ci cerca?). Ancora ritroviamo la penna di Tolkien rievocata da paesaggi irlandesi che fanno eco nei suoi romanzi, anzi “risuonano” o il concetto di “wanderlust”, ossia l’insaziabile voglia di viaggiare. Approfondiamo gli elementi di “qui” e “lì” che vanno ben oltre la dicitura fisica e che sono applicabili alle nostre vite anche a distanza di anni, perché forse da un certo viaggio in poi hanno continuato a maturare a livello più o meno conscio.
Come non condividere poi i concetti di luoghi e non-luoghi, affrontati già da vari studiosi ma che qui, nel testo di Ediciclo editore, vengono calati nella personale esperienza dell’autore (o della nostra?). Quindi quelle catene di hotel tutti uguali, quelle sale d’aspetto degli aeroporti o quelle stazioni di servizio che magicamente diventano dei non-luoghi dove riflettere e prepararsi all’approccio dei luoghi propriamente detti.
Tanta Irlanda, tanta Toscana, tanta Polonia, molta New York, fisicamente, ma anche tanta filosofia greca, a volte confutata ma sempre con garbo ed umiltà, tanta scienza e un alone importante di spiritualità vissuta a modo suo. Tutto quanto in meno di cento pagine di un libro dal piccolissimo formato.
Più Giovanni parla di sè (e del famoso Sè ritrovato) e più noi leggiamo di noi stessi.
Un paradosso? Un buon affabulatore? Una voglia di viaggiare mai sufficientemente assecondata?
Ci troviamo, direi, di fronte ad una sensibilità euforica ma ordinata che si è resa strumento del viaggio stesso. Se in così tanti ci ritroviamo nelle descrizioni e nei risultati ottenuti dall’autore, anche quando i soggiorni vanno male o si rivelano ricchi di intoppi, vuol dire solo una cosa: noi ed il mondo in cui viviamo e che, volenti o nolenti, osserviamo, siamo più intimamente in sintonia di quanto mostriamo.
Le rivelazioni del viaggio, oltre ad essere occasioni per variegate riflessioni e conferme, sono anche spunto per domande importanti a cui, forse, pensiamo di sfuggita ma non rispondiamo perché ci obbligherebbero a rimodulare tutto l’approccio di vita che da anni abbiamo fatto nostro.
Ma cosa succederebbe se davvero ascoltassimo quel sussurro interno che ci sta indicando quel preciso momento in cui noi e il mondo ci stiamo reciprocamente guardando? Cosa accadrebbe se fossimo più consapevoli di quei “piccoli attimi di perfetta chiarezza lungo il cammino?”.
Intanto pensiamo ad andare avanti perché, come ci dice Giovanni, «Per fortuna il mondo, che è come dire la natura o l’universo, è un maestro paziente e sa aspettare ed incoraggiarci».
“Le rivelazioni del viaggio” – Piccoli attimi di perfetta chiarezza lungo il cammino di Giovanni Agnoloni
Foto di Francesco Bordi © tutti i diritti riservati
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