di Fabio Migneco
Quanto è veramente importante, anche da un punto di vista narrativo, nel noir il rapporto con il territorio?
Il territorio è un personaggio. Questa è stata una caratteristica che ha reso famoso il noir italiano nel mondo, trasformare un determinato territorio in personaggio ha permesso di inserire in profondità, nel tessuto sociale del territorio stesso, delle storie, delle vicende specifiche con dei personaggi figli di quelle realtà e questo è stato molto importante ed è una caratteristica proprio italiana.
Come mai i libri di genere hanno un discreto mercato mentre il cinema non ce l’ha più? E perché se sulla carta è accettabile trovare antieroi o cattivi in tv gli spettatori sembrano volere solo modelli positivi o presunti tali?
Si, questo succede specialmente in Europa e nemmeno in tutta. Negli Stati Uniti, in Oriente e in altri mercati hanno tutt’altra concezione. Non solo, poi i loro prodotti vengono venduti in Italia con grande successo. Qui da noi c’è la scelta di fare dei prodotti assolutamente consolatori, è proprio una scelta ideologica e quindi non c’è mai stato, dopo l’epoca del poliziottesco, uno sviluppo del noir come è accaduto in Francia ad esempio. Anche lì comunque è scemato, o meglio cambiato completamente lo scenario…
Cosa pensa dei film e dei film tv tratti dalle sue storie? Il Fuggiasco avrebbe meritato un maggiore successo, Arrivederci amore, ciao è uno dei migliori film italiani degli ultimi anni…
Si, sono molto contento di entrambi i film, secondo me sono stati girati e interpretati benissimo, tra l’altro anche con un bell’ambiente, nel senso che chi ci ha lavorato lo ha fatto con grande entusiasmo. Due progetti molto vissuti dei quali sono davvero felice, d’altra parte sono stati i migliori risultati possibili che si potevano raggiungere in Italia e sono stati di alto livello.
Qual è il libro che ha scritto con più facilità? Gli elementi autobiografici sono più o meno facili da gestire?
In realtà non ce n’è uno in particolare, tutti mi hanno richiesto una buona dose di documentazione e lavoro collaterale, impegno e divertimento, non saprei dirti. Però no, gli elementi autobiografici son sempre molto difficili, perché poi ti devi confrontare col pubblico su un terreno impervio e intimo, meglio essere esterni e estranei alla narrazione, è molto più semplice secondo me.
Attraverso le sue storie ha frequentato anche il mondo delle graphic novel, qual è il suo rapporto col fumetto?
Un rapporto molto stretto, nel senso che io sono molto legato alla dimensione narrativa del fumetto che è una forma di letteratura moderna. E questo secondo me è un principio che in Italia non è ancora passato invece dovrebbe in qualche modo massificarsi. Cioè uno deve leggere un fumetto come legge un romanzo, con la stessa intensità. Sono associazioni molto strette e io sono tra quelli che spero che anche dal punto di vista del mercato questa concezione si sviluppi in maniera positiva.
Ha da poco pubblicato il seguito di Arrivederci Amore, ciao e la sua saga de L’Alligatore è tra le più seguite, com’è tornare a scrivere nuove storie per vecchi personaggi?
Eh, è drammatico perché bisogna riprendere il vecchio personaggio senza rileggere il libro, per non esserne influenzati. Quindi tutto un discorso di ricerca rispetto al personaggio nella memoria, anche perché dev’essere invecchiato rispetto agli anni esatti che sono trascorsi e quindi non è stato in nessun caso facile ma è sempre anche molto divertente.
Le piacerebbe una serie tv sull’Alligatore? Ha in mente un protagonista o un regista in particolare?
Ad esempio per L’Alligatore mi piacerebbe come regista Davide Marengo, è un regista che apprezzo, mi piace, ma ce ne sono anche altri, si è pensato tante volte, lo si sta facendo anche in questo periodo, per l’ennesima volta, di realizzarne una serie, però il problema è che alla fine è sempre stato ritenuto un personaggio inquietante, poco accomodante, con storie inquietanti rispetto alla media, legandoci a quello che dicevamo prima, e quindi è un po’ complicato. La tv scozzese ha comprato i diritti di uno dei romanzi dell’Alligatore e quindi staremo a vedere che cosa combineranno, magari hanno un’altra concezione.
Ci può dire qualcosa dei suoi progetti futuri?
Sto lavorando a una sceneggiatura con un regista americano, una produzione americana, una storia ambientata completamente all’estero, dal punto di vista narrativo sto terminando un romanzo che uscirà a marzo, anche quello totalmente ambientato all’estero, sto cercando di staccarmi un po’ dall’Italia per dimostrare che alcune connessioni tra Italia e Europa dal punto di vista criminale sono molto simili e speculari.
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