di Diego Guglielmi
Roma, 8 Dicembre 2013. In questi giorni, il teatro Brancaccio ospita Spring Awakening: un’opera rock che ha trionfato ai Tony Awards 2007. Il testo, basato su un dramma tedesco di fine ottocento, racconta le vicende di un gruppo di adolescenti alla scoperta della propria sessualità e il loro scontro con il mondo adulto che tenta di reprimerli, imponendo loro una morale cieca. I temi trattati, ancora drammaticamente attuali, vanno dagli abusi fisici e psicologici, all’omosessualità, al suicidio adolescenziale. Al suo esordio, la franchezza della narrazione costrinse lo spettacolo a un’esistenza clandestina e, in seguito, a poche e coraggiose rappresentazioni. Questo adattamento in musica di Steven Sater e Duncan Sheik è alla sua prima versione italiana.
La scenografia di Paolo Gabrielli è essenziale: lo sfondo è una lavagna, su cui le luci di Alessandro Ferri proiettano le traduzioni delle canzoni, che restano in inglese. Nello spazio vuoto, pochi oggetti evocano gli ambienti: qualche sedia, una bicicletta, un tavolo. La piccola orchestra suona dal vivo, diretta dal maestro Stefano Brondi; Desirée Costanzo e Federico Mantovani vestono e pettinano la Germania tardo ottocentesca come un rigido ventennio fascista. I movimenti coreografici sono curati da Marcello Sindici e il cast, selezionato dal direttore artistico Pietro Contorno e dal regista Emanuele Gamba, oltre che da Brondi, raduna giovani da diverse regioni d’Italia. Alcuni hanno esperienze professionali alle spalle, altri sono al debutto, ma tutti di alto livello.
Federico Marignetti, Melchior Gabor ce l’ha nel DNA: incarna il capo carismatico del gruppo, oggetto del desiderio delle ragazze, con naturalezza tale da far dimenticare che sta recitando. Arianna Battilana è una Wendla Bergman virginale, innocente persino nelle sue pulsioni masochiste. Flavio Gismondi fa toccare molte corde al suo Moritz Stiefel: dall’ironia alla disperazione, passando per una rabbia degna di Syd Vicious quando ruggisce nel microfono. Tania Tuccinardi dosa sensualità e sconforto nel tracciare la parabola della bambina oltraggiata che è Ilse Neumann, cui infonde una forza d’animo sorprendente. Quella forza che fa rabbrividire d’indignazione nel duetto The Dark I Know Well, in cui affianca e abbraccia Paola Fareri, una Martha Bessell abusata, ritrosa e dolente. Albachiara Porcelli fa brillare la sua Thea di verve comica nel primo atto, per poi stemperarla nel corso dello spettacolo, insieme a Chiara Marchetti, che fa’ di Anna una sensibile idealista, eloquente già nello sguardo. Vincenzo Leone porta in scena un Georg divertente e sopra le righe, ma spontaneo nei momenti di cameratismo con Otto, un David Marzi trascinante, che spinge il suo personaggio ben oltre il ragazzo ossessionato dalla madre della versione originale. Andrea Simonetti traccia un ritratto delicato di Ernst, accentuandone ingenuità e goffaggine per strappare più di un sorriso ed esalta per contrasto il freddo e controllato Hanschen Rilow interpretato da Renzo Guddemi, che esercita un notevole controllo vocale per renderne la personalità suadente e manipolatrice. Tutti i personaggi adulti sono interpretati da Gianluca Ferrato e Francesca Gamba, a sottolineare il conformismo monolitico della società, che presenta sempre lo stesso volto. Lo iato tra i due “schieramenti” si accentua poiché gli adulti non cantano mai, se non nel finale. Le canzoni – interpretate magistralmente – sviscerano l’interiorità dei ragazzi ed è come se i grandi avessero messo a tacere la propria. Persino l’urlo di un padre sulla tomba del figlio è muto, come un dipinto espressionista.
Il fatto che il messaggio dell’opera sia ancora valido dopo più di un secolo sarebbe già un motivo sufficiente per assistervi. Eppure c’è dell’altro: il calore degli interpreti, il loro modo di rendere l’esaltazione dell’adolescenza, la loro capacità di divertire e commuovere: fanno sì che non ci siano personaggi minori in scena, indipendentemente dal copione. Impossibile non riconoscersi in quei ragazzi, impossibile restare indifferenti mentre cantano Touch Me o Purple Summer, è impossibile non mettersi a cantare con loro o rimanere composti al proprio posto.
Oggi si chiude la prima parte del tour, che riparte dal Teatro del Giglio di Lucca il 21 Gennaio prossimo. Culturalismi sarà lì a inseguire la primavera, venite con noi!
Per info su tutte le date del tour: https://www.culturalismi.com/culturalismi/dalla-musica-al-pop-olare/spring-awakening-finalmente-in-italia-dal-29-ottobre-2013.html
Per info su la tipologia e la genesia dell’opera: https://www.culturalismi.com/culturalismi/dal-teatro-alla-vita/spring-awakening-la-rappresentazione-scomoda-che-convince-con-passione-e-freschezza.html
Sito istituzionale: www.springawakening.it
Ufficio stampa: www.synpress44.com
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