di Fabio Migneco
Niente di nuovo, certo, e dopo quasi nove anni era lecito aspettarsi qualcosa in più. Comunque sia il giochino parodistico-citazionista funziona e Rowan Atkinson è sempre un corpo comico a orologeria di notevole resa. Qualche trovata strappa il sorriso, un paio di sequenze sono ben congegnate e gli stereotipi del genere vengono sbeffeggiati come si deve. D’accordo, tra le commedie d’importazione e alcune classiche nostrane, ormai cult, l’unica vera differenza era e resta il budget. Ma l’intrattenimento non manca e resta del potenziale inespresso. Chissà, un terzo capitolo potrebbe far quadrare il cerchio, magari con una scrittura maggiormente compatta e senza troppi anni di attesa.
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