di Francesco Giovannelli
Il vecchio saggio
Il vecchio saggio conosce l'orizzonte.
Lo sguardo copre mille strati di universo
e non sorride, né sospira.
Il vecchio saggio ha cicatrici sulla fronte,
e sotto gli occhi il vento forte del deserto
in crepe secche, senza odore.
Ha traversato mille strade di dolore
con mille gioie consumate appese al collo,
ogni respiro una preghiera, lenta
come un'offerta muta evaporata al cielo.
E adesso è fermo, nella notte
baluardo al vero e fuso a un flusso senza tempo
dove del bene non c'è più bisogno
e del bisogno non c'è nostalgia.
E adesso immobile, traspare
come un germoglio di coscienza
tutta una vita impressa a fuoco nell'oblio
prima del salto dentro l'ultimo abbandono.
È così che chiude gli occhi, e finalmente
lascia pulsare piano dentro al petto
solo la luce bianca che lo inghiotte.
Così si accende, dentro il nulla
un nuovo varco in spazi senza più misura
contatto lieve, o nuovo abbraccio,
la morte e il sogno a contemplare Dio.
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