dalla nostra corrispondente a Parigi Camilla Corsellini
PARIGI – “Lo scrittore è uno che ha la passione per le storie”. Con questa battuta Luis Sepúlveda apre uno degli incontri più attesi del Salon du Livre di Parigi. Ospite della manifestazione per presentare l’uscita francese di “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” (Editions Métailié), lo scrittore cileno svela i retroscena dei suo libri, partendo da quelli per l’infanzia per i quali si vale di un comitato editoriale molto particolare: i suoi figli piccoli e i loro amici. L’autore spiega che spesso le sue storie nascono dalle loro domande: “L’altro giorno mio figlio teneva in mano una lumaca e mi ha chiesto perché si muovesse così lentamente. Non potevo certo rispondergli spiegandogli il sistema muscolare delle lumache così gli ho detto che avrei scritto una storia per raccontarglielo. Ora sto lavorando alla storia di una lumaca che scopre il piacere della lentezza. Proprio come me. Io sono una persona molto lenta”.
A proposito del grande successo ottenuto con “Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, lo scrittore racconta come sia nata la collaborazione con il regista Enzo D’Alò che ha diretto il film tratto dal libro: “L’ho incontrato a Torino in un laboratorio che tenevamo per giovani che avevano avuto problemi con la giustizia. Lui mi ha fatto vedere un suo film e l’ho trovato bellissimo. -dice- Avevo molte majors che mi corteggiavano per portare sullo schermo la storia, ma avevo paura che la stravolgessero così ho chiesto ad Enzo se voleva farlo e lui ha detto di sì”.
Passando alla letteratura per adulti, Sepúlveda spiega che la scrittura è un atto di seduzione e che lui deve essere sedotto da una storia per raccontarla e poter sedurre i lettori.
“Questa mattina Parigi mi ha regalato una storia. -rivela l’autore- Camminavo nei pressi di Place Saint-Sulpice e ho visto un giovane uomo vestito con un abito leggero e un cappello che attraversava la piazza correndo, di certo per riscaldarsi. A poca distanza da lui, c’era un gruppo di turisti giapponesi molto vestiti che gli correvano dietro. Quell’uomo era la loro guida e i poveri giapponesi hanno attraversato la piazza correndo senza vedere la chiesa né le statue. Questa storia si potrebbe intitolare “Il piccolo atleta di Saint-Sulpice”.
In chiusura lo scrittore racconta del suo primo libro: una raccolta di poesie tristissime che si intitolava“ Il crepuscolo della tristezza”. Al tempo aveva sedici anni e pensava che un poeta per valere qualcosa dovesse essere triste. Mandò il manoscritto a quello che sarebbe diventato il suo primo editor
e che gli rispose che c’era troppo dolore in quelle poesie per uno della sua età. “Il libro venne stampato in 200 copie che la vita mi ha fatto il regalo di far scomparire. -conclude l’autore- Non che me ne vergogni. Questo resta l’episodio più divertente di tutta la mia carriera”.
Per ulteriori info: http://www.salondulivreparis.com/
Le foto di Luis Sepúlveda al Salon du Livre di Parigi sono di Camilla Corsellini © tutti i diritti riservati
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