Il lato oscuro degli uomini portato in scena da Giuliana Maglia e dai Pink Floyd…

di Francesco Bordi

The Dark side…

Il lato oscuro chiaramente non appartiene solo ai Pink Floyd, ma a onor del vero la band britannica ha saputo lasciare il segno, storicamente, nel modo di interpretare le varie sfaccettature della parte buia dell’umano pensare, dell’agire, del relazionarsi e del calarsi nei panni quotidiani che andiamo indossando e dismettendo.

( immagine da https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151367383767308&set=a.10150285867642308.333957.5660597307&type=1&theater )Di per sé, cercare di creare qualcosa di ulteriormente artistico e profondo dall’album “The Dark Side of The Moon” era già una sfida impegnativa. Non contenta d’aver selezionato una pista da sci “nera” tra quelle possibili a cui ispirarsi nel panorama musicale internazionale, l’interprete e coreografa Giuliana Maglia decide di creare un racconto danzante nel racconto musicale che le nove tracce del “LP” ci narrano. Ecco così, che prendendo al volo l’occasione del quarantesimo anniversario del cocept musicale che ha alloggiato nei quartieri importanti delle classifiche internazionali per oltre quindici anni, l’architetto Maglia (ebbene sì, è anche un architetto) ha dato vita insieme agli altri membri della sua compagnia ad un’esibizione intimista e complessa certamente dal lavoro non facile.

La compagnia teatrodanza “Echoes” porta in scena una rivisitazione in danza delle tracce “oscure” dei Pink Floyd con coraggio e( Foto a cura di Lawrence Ivan White © tutti i diritti riservati ) determinazione senza alcun timore derivante da possibili suggestioni psicologiche. La linea artistica scelta è quella dell’interpretazione delle paure ed angosce che ci vengono iniettate dalla società, ma soprattutto da noi stessi. Il lato oscuro, il tempo che scorre inesorabile, le difficoltà nelle interazioni: questi i temi portanti che ci vengono mostrati in visione ed in ascolto. L’esibizione cammina mano nella mano con i Pink Floyd. Ogni canzone dell’album è accompagnata da un “quadro” in scena in cui tutti i ballerini/interpreti creano le loro situazioni e le loro esternazioni senza alcuna sosta. I cinque di Echoes ballano, recitano con il corpo e con il viso e si lanciano in calibrati movimenti atletici per l’intera durata dell’album: quaranta minuti circa di passione, di azione e di istrionismo in cui i protagonisti “costruiscono” i sipari e si cambiano, o meglio “mutano”, i costumi volta per volta, scena dopo scena, angoscia dopo angoscia…

Foto a cura di Lawrence Ivan White © tutti i diritti riservati La coreografa principale è anche ballerina. Giuliana Maglia è un’artista che racchiude in sé la non facile caratteristica di sapere interpretare il proprio ruolo sia a livello danzante che a livello interpretativo. I suoi movimenti sono in perfetta sincronia con la musica, mentre la sua mimica facciale ed il linguaggio del corpo aggiungono valore a tutte le esibizioni. Sensuale quando deve e funzionale quando serve Giuliana è l’anima di tutto lo spettacolo ed anche nel momento in cui (ancora affaticata subito dopo la fine dello spettacolo) risponde con modestia alle nostre domande dicendoci che “riesce abbastanza bene nel suo ruolo perché è lei stessa fin da giovanissima ad aver immaginato le situazioni da portare in coreografia sulle note magiche del lato oscuro della luna”, l’impressionante performance sul palco tradisce le sue grandi abilità nonostante sia comunque foriera di un umiltà artistica che le fa più che onore.

Gli altri membri dello Staff danzante trovano il loro giusto ruolo nell’ambito della rappresentazione. C’è chi è più versato nella danza e chi è maggiormenteFoto a cura di Lawrence Ivan White © tutti i diritti riservati presente a livello d’interpretazione. La struttura e la coreografia sono giustamente concepite per far risaltare le caratteristiche di ognuno. Matteo d’Alessio ha una buona presenza scenica, decisamente a suo agio sul palco nel corso del suo assolo in “Money” ma anche buon partner nelle fasi di interazione con le ballerine. Un plauso va anche dato alle colleghe molto brave nel mettere in condizione l’unico maschio del gruppo ponderando spazi e movimenti. L’espressione del viso nel prologo di presentazione fa intendere che Matteo è consapevole della portata dello spettacolo, la riprova risiede nel fatto che ha contribuito alla realizzazione delle coreografie insieme a Giuliana Maglia.

Impressiona la Iannello per le sue capacità di danzatrice provetta. Atletica e calata nel suo ruolo raggiunge il suo apice nel quadro relativo al peso dell’esistenza, “The great Gig in the Sky”, in cui interpreta con energia un affascinante fato ineluttabile che determina il destino dell’umano esistere. La velocità e l’ampiezza dei movimenti assieme alla studiata impassibilità del viso di Erika nei confronti degli inutili sforzi degli uomini che provano a ribellarsi timidamente alla morte, conferiscono un altissimo valore all’intera scena. Non a caso ci racconta Giuliana, questo quadro verrà riproposto anche al Teatro Greco di Roma nell’ambito di una manifestazione artistica dedicata al grande Nureyev.

Foto a cura di Lawrence Ivan White © tutti i diritti riservati Stefania Di Donato è forse, a nostro sommesso avviso, quasi la più “accademica” dei ballerini. Movimenti morbidi e posati si sposta con estrema eleganza sul palcoscenico trasportata da una naturale coscienza di sé. Molto attenta ai vari ruoli da interpretare affronta con umiltà il suo pubblico ed il suo show dosando con innata percezione le evoluzioni da esternare. Convincente il suo assolo sulle note di Brain Damage in cui con rapidità e portamento interpreta una sana “follia di distinzione” attraverso rapidi e isterici cambi di vestiti volti a presagire l’orrore del quotidiano percepire (e percepirsi in mezzo agli altri) che ognuno di noi si prepara a vivere sin dal risveglio. 

Il quinto membro di Echoes fa della sensualità e dello sguardo la forza del suo personaggio. Partner adatto per ogni suo collega interagisce con facilità e funzionalità. La caratteristica che colpisce (e che va crescendo quadro dopo quadro) risiede nell’espressione del viso. Anna Sciavilla, a seconda delle canzoni che è chiamata adFoto a cura di Lawrence Ivan White © tutti i diritti riservati interpretare, misura la sua notevole carica di sensualità nei movimenti. Lo sguardo ed il viso rimangono invece costanti nel loro naturale magnetizzare l’attenzione. Anna balla con occhi intensi che guardano ora ai colleghi ora al pubblico poggiandosi su tutti e su nessuno in particolare. Una caratteristica quella della Sciavilla che rafforza la longevità dello show e che lo spettatore percepisce con il risultato di sentirsi particolarmente coinvolto nelle scene, quasi fosse chiamato a farne parte.

Foto a cura di Lawrence Ivan White © tutti i diritti riservati The Dark Side of the Moon è uno spettacolo autoprodotto. Giuliana Maglia ha infuso energia, finanziamenti e passione in ogni dettaglio dell’esibizione andata in scena sabato e domenica sera alla Fonderia delle Arti in Roma. Lo show poggia tutto sulle abilità dei cinque interpreti presentati in questa sede più altre due danzatrici che si sono alternate in altrettanti ruoli nel corso della prima serata, quella del 23 marzo, vale a dire Elettra Carangio e Francesca Scoccia.

Non è semplice dar vita ad una produzione artistica di questo tipo senza alcun aiuto da parte delle istituzioni preposte e con tempi a disposizioni davvero limitati a causa delle singole tempistiche ristrette (ognuno dei protagonisti deve potersi mantenere muovendosi anche su altri versanti professionali) e della disponibilità degli spazi per provare. Questi sono ragazzi piuttosto giovani, la media è tra i trenta ed i trentadue anni, ed hanno dato vita ad una rappresentazione artistica di tutto rispetto. Immaginiamo quindi cosa potrebbero fare tali appassionati interpreti se potessero avvalersi dei mezzi e dei supporti che meritano. Il teatro in Italia non è come le théâtre francese, che ha quanti e spesso maggiori consensi rispetto agli attori del cinema di richiamo. Bene, è ora che la condizione si configuri tale anche presso lo Stivale. Se nessuno degli organi interessati può aiutare in tal senso, dovremo fare da soli cercando di essere bravi sia come artisti che come imprenditori di noi stessi. La nostra cultura ultra-contemporanea è piena di coraggiosi protagonisti di questo tipo, anche quando le tasche non lo permetterebbero…

Per ulteriori info sugli spettacoli di Teatrodanza Echoes è possibile consultare la pagina facebook:

https://www.facebook.com/pages/Compagnia-ECHOES/169460676452643?fref=ts

Servizio fotografico a cura di Lawrence Ivan White © tutti i diritti riservati

È possibile ascoltare il concept album dei Pink Floyd attraverso il seguente link:

http://www.youtube.com/watch?v=328WhjAXpcs

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