di Francesco Bordi
Il compleanno è di per sé un momento piuttosto particolare. Nel giorno del nostro genetliaco infatti, volenti o nolenti, facciamo in automatico un bilancio della nostra vita sino a quel famoso momento in cui soffiamo sulle candeline. La positività o la negatività del risultato è di norma gelosamente racchiusa dentro di noi.
Cosa succederebbe se un compleanno fosse l’occasione per un resoconto più amplio: non solo del festeggiato, ma di più esistenze connesse? Nel Compleanno di Eva tutto confluisce nei pomposi festeggiamenti per i diciotto anni di Eva Brigati, una ragazzetta piuttosto viziata ed appariscente figlia di due personaggini davvero niente male. Lui è un ricco imprenditore, cresciuto grazie alle ben note discoteche di proprietà disseminate lungo la costa romagnola estiva (senza dimenticare l’area milanese nella stagione fredda). Lei è Veronika, una donna molto più semplice ma anche dalla bellezza conturbante e dal fascino a cui difficilmente un uomo potrebbe sottrarsi.
Il nodo di tutto l’intreccio è la menzogna con i suoi effetti dilatati nel tempo e nello spazio.
Veronika in realtà è Vera, ungherese fuggita da violenze e sangue in casa sua e che per questo, in precedenza, aveva messo in vendita il proprio corpo in cambio della possibilità di rifugiarsi in Italia, seppur in qualità di abile passeggiatrice nella notte. Paride Brigati in realtà non è il padre biologico della giovanissima Eva, ma è colui che ha “riscattato” la bella ungherese madre della festeggiata e che oltretutto, in un momento di difficoltà, ha pensato bene di assumere, quasi alla cieca, un ragazzo come dee jay nel corso di una serata in discoteca che avrebbe segnato pesantemente la sua esistenza. Quel ragazzo infatti sarebbe poi diventato Jhonny P., una sorta di mago di piatti e tracce audio nonché fiore all’occhiello del gradasso imprenditore che va poi ad utilizzarlo nelle serate più importanti, quando ad impreziosire quegli stessi eventi viene anche chiamata sul cubo a fa bella mostra di sé proprio lei: l’angelo notturno che ora tutti conoscono come la moglie del Boss e cubista di punta del suo impero della notte. Nessuno dei protagonisti è a conoscenza della reale paternità dell’adolescente, tranne la mamma, come sempre… La menzogna continua a lasciare i propri semi nelle vite degli attori sul palco delle loro vite intrecciate. Giovanni Pompini, il vero, “ingrato” nominativo di Jhonny P., ai tempi della scuola aveva un grande amico Matteo Carli. Con lui aveva condiviso le passioni per la musica contribuendo così a far sciogliere significativamente quel ragazzo timido ma dalle grandiose possibilità creative dal momento che l’anatroccolo in questione, quasi incolore per la maggior parte della scuola, aveva il dono di trasformare qualunque situazione che la vita gli prospettava in un’arte grafica di incomparabile bellezza. Fumetti, ritratti, interpretazioni intimistiche tutto prendeva vita e fluiva dalle sue matite. Giovanni era entusiasta d’aver trovato una grandissima amicizia, ma la menzogna risiede nel fatto che Matteo fingeva di essere un amico perché la realtà dei fatti è che si era innamorato del futuro professionista della serate disco. L’allontanamento è l’unica soluzione che Giovanni concepisce nel momento in cui Matteo palesa più che dichiaratamente i suoi sentimenti. Allo stesso modo, molti anni dopo, l’allontanamento è la soluzione che Vera/Veronika sceglie quando scopre di essere in cinta non di suo marito, ma proprio di quello stesso dee jay che la fissava maniera così intensa ogni notte durante le sue esibizioni sul cubo. Tutti si rincontreranno alla festa della giovanissima Eva che, in seguito ad una scoperta importante, deciderà di essere proprio lei a far la festa a tutti quanti…
È stato amore a prima vista quello per Vera. Il personaggio creato da Francesco Rago ha uno spessore di notevole portata tanto nella parte in cui è costretta a calcare i marciapiedi della sordida Milano notturna quanto nelle descrizioni dei suoi rapporti con gli altri protagonisti in cui rimane comunque piuttosto algida e diva, a suo modo. Le altre caratterizzazioni non sono comunque da meno così come le brevi comparse “folkloristiche” nelle varie fasi del romanzo. “Il compleanno di Eva” infatti abbraccia un lungo periodo che va dagli anni ’90 ai primi del nuovo millennio. Sotto lo scorrere “scattoso” di questi anni troviamo una notevole varietà di luoghi in cui i nostri attori hanno lasciato il loro segno. Si parte dalla Budapest insanguinata di Vera, si prosegue con la Milano notturna, le notissime Rimini e Riccione per approdare alle colline piacentine. Su un altro verso ci troviamo nei luoghi dell’interrail di Matteo e Giovanni che vede principalmente la Spagna come location di crescita e di scontro tra i due giovani uomini di allora.
L’intreccio narrativo, che si poggia su un’impalcatura piuttosto solida, ha il gran merito di ben servirsi a buon bisogno delle tecniche del flashback e del flashforward di cui l’autore fa un uso decisamente raffinato. Sul versante dei dialoghi non si possono che apprezzare da un lato i convincenti siparietti messi su dai personaggi principali e dall’altro l’intensità di alcuni elementi e temi di vita incontrati nel corso degli anni dai protagonisti che quindi li declinano alla loro maniera. In tal senso la telefonata di Giovanni con il cuoco romano che deve cucinare per “er tritasorche” sa ammiccare ad un lettore che ne sorriderà ma che ancora saprà anche apprezzare il monologo vendicativo e delirante del vecchio Paride, orribile e viscido più che mai nella parte finale del romanzo.
Il compleanno di Eva è uno scritto di introspezione e crescita che nel suo svolgimento ha sempre ben presente l’importanza di coinvolgere il lettore tenendolo per mano per non perdersi nei vari cambiamenti di tempo e di spazio. Vera è divina, la simpatia degli altri protagonisti è innegabile ed il lieto fine non è poi così “lieto”. E la piccola diciottenne? Capirete perché andrebbe presa a schiaffi…
Buon compleanno Eva!
Francesco Rago, “Il compleanno di Eva”, Piacenza, Parallelo 45 edizioni, 2013
Per ulteriori info: http://www.parallelo45edizioni.it/francesco-rago/
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