di Claudio Consoli
Il metal, se mai lo è stato, non è esattamente di moda oggigiorno, ma trovarmi ad un concerto di una band che riempie stadi, auditorium e fa accorrere migliaia di fan urlanti in Inghilterra, Scandinavia e tutto il nord Europa insieme a, forse, non più di duecento spettatori devo ammettere mi ha sorpreso abbastanza; non mi ha sorpreso invece la resa acustica dello show del gruppo norvegese: come sospettavo e temevo, infatti, il muro sonoro prodotto dalla somma di due chitarre aggressive e distorte, il growling del cantato, la furente batteria ed il rutilante basso, con l’aggiunta del tappeto sonoro delle tastiere, è risultato un po’ troppo per l’acustica e la tipologia del locale: una ex discoteca la cui sala ad emiciclo è ora un club che ha comunque il merito di ospitare un interessante programma di concerti rock e metal ma anche dj set.
Più che una critica al locale questo incipit vuole dunque essere un punto di domanda, l’espressione del mio personale scorno nei confronti degli organizzatori ed i manager italiani che troppo spesso, nell’arco di vent’anni, mi è capitato di cogliere in fallo con scelte a volte discutibili riguardo le location ed in generale la produzione di eventi rock che quasi mai riescono a reggere il confronto con quanto si può ammirare all’estero; non meravigliamoci o lamentiamoci quindi se da molti, troppi anni, a parte band enormi alle quali neanche in Italia riescono a rifilare pacchi, i concerti di gruppi importanti latitano, in particolar modo se ci si avventura in territori musicalmente estremi o pesanti come l’hard rock o il metal nelle loro varie sfaccettature: è mai possibile che in giugno, a Roma, non si potesse trovare una venue all’aperto dove la musica brutale ma evocativa della Symphonic Black Metal band potesse fragorosamente esplodere in un’intellegibile qualità sonora per il gaudio e la soddisfazione di artisti e appassionati?
Ma facciamo un passo indietro e presentiamo l’ “Oscura Fortezza”, questo è infatti il significato di Dimmu Borgir in lingua islandese, toponimo associato ad un vulcano della bollente isola che, nel folclore locale, è ritenuto essere la porta d’ingresso dell’inferno: proprio da essa sembrano o perlomeno fanno di tutto per sembrare di essere usciti i componenti del gruppo. Il frontman Shagrath ed il chitarrista Erkekjetter Silenoz, unici componenti presenti dagli inizi ad oggi, insieme al resto del gruppo, calcano i palchi bardati come d’ordinanza per il Black Metal: capelli lunghissimi o rasati a pelle, abiti degni di un “Walking Dead” o di uno stregone da saga fantasy e trucco pesante sul volto, con corollario di tatuaggi inquietanti ed enormi, espressioni truci, misteriose rune a far da sfondo al palco e pentacoli sulle pelli delle casse.
Tutto “ordinario” per l’ambito in questione verrebbe da dire, dov’è quindi la parte veramente interessante del gruppo? Ciò che rende meritevoli di ascolto ed attenzione i Dimmu Borgir è il fatto che abbiano trovato la giusta alchimia fra la brutalità ed i cliché del black metal con un gusto per la musica classica e la melodia di più ampio respiro in genere, senza che il risultato risulti posticcio come certi film in cui l’animazione si affianca ad attori in carne ed ossa, oppure forzato e tardivo come i molteplici, deprimenti tentativi di band in crisi depressiva/creativa che cercano di riciclarsi pennellandosi addosso una mano di decadente spocchia da musica e musicisti colti (chi ha nominato “S&M” dei Metallica o il loro ultimo disco con Lou Reed?).
La musica del gruppo, come un homunculus alchemico risultante dalla giusta combinazione di ingredienti, sembre essere stata forgiata nel calore del fuoco dall’unione della naturale propensione estrema e tenebrosa delle band scandinave che affondano più o meno volontariamente nodose radici di frassino nel substrato culturale delle saghe e leggende nordiche, con un certo respiro epico, romantico e classico, nel quale echeggiano suggestioni di Wagner o Dvořák.
Fin dagli esordi nella prima metà dei novanta, quando ancora cantavano in norvegese era intuibile che questo gruppo avesse una marcia in più rispetto all’ampio novero delle band black/death o gothic metal che si moltiplicavano in quella Scandinavia che sembrava dover divenire, ed oggi è, una vera e propria “riserva” nella quale il metal potesse sopravvivere: il tutto divenne evidente con l’album “Enthrone Darkness Triumphant” da molti ritenuto il loro capolavoro che oggi la band sta riproponendo per intero durante i concerti di questo tour. Lo show è stato quindi suddiviso in due parti dove nella prima, senza pausa alcuna, ci è stato offerto il suddetto album e nella seconda brani storici e una buona metà dell’ultimo bellissimo “Abrahadabra”; per due intense ore i pochi ma partecipi e calorosi convitati sono stati investiti dal classico blast beat della batteria, sferzati dalle due chitarre elettriche e graffiati dalla “voce” di Shagrath che anche grazie all’uso di qualche effetto è cavernosa e a volte quasi inumana, avrebbero dovuto essere anche guidati su sentieri più onirici e magici dalle tastiere che oltre a ricoprire il loro ruolo melodico e di sottofondo, in questo limitato live set avrebbero dovuto anche sostituire i cori e le parti orchestrate che spesso il gruppo utilizza nelle sue esibizioni live più fortunate (cliccare e vedere per credere http://www.youtube.com/watch?v=6Epsz5Mq5wk ) purtroppo i problemi acustici già menzionati ne hanno limitato la buona riuscita alle intro o ai passaggi meno serrati dei pezzi.
In definitiva è stato comunque un concerto a cui mi è piaciuto essere presente anche e soprattutto per rispetto e supporto verso band come i Dimmu Borgir che continuano a produrre con passione e buonissimi risultati un metal che si pensava dovesse estinguersi con la fine del secolo scorso ma soprattutto ad offrire delle prestazioni live molto partecipi, professionali e senza alcun risparmio di energie anche a fronte di una riuscita dell’evento minata in partenza da problemi evitabili ed una partecipazione allo stesso non certo da grandi palcoscenici, dimostrando un rispetto per la musica ed i loro fan meritorio a prescindere di applausi, sudore e qualche tonante growl da parte del pubblico tutto ed anche del vostro recensore.
Link al canale youtube del gruppo: http://www.youtube.com/user/dimmuborgir/videos
Sito ufficiale: http://www.dimmu-borgir.com/
Leave a Reply
Your email address will not be published. Required fields are marked (required)