Figli e Pianeti. Tragici legami d’attrazione raccontati con originalità e stile da un debuttante dalla felice perversione letteraria

di Francesco Bordi

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Come nella coppia del titolo “Figli e Pianeti“, ma anche nei capitoli “Thomas e Angelika”, “Edith e Jürgen e Angelika e Gerd”, “Jan e Nina”, “Thomas e Jan”, “Thomas e Nina” e ancora “Thomas e La tana“.

Il romanzo dell’esordiente ed eclettico Clemens J. Setz è una sorta di spazio profondo in cui gli elementi che si muovono al suon interno si avvicinano e si mostrano l’uno all’altro come se dovessero necessariamente soddisfare ad un’intrinseca ed ineluttabile legge d’attrazione. Alla stessa maniera però questi uomini e queste donne che si rapportano reciprocamente seguono un’altrettanto potente forza interna che li spinge a mostrarsi quel tanto che basta per poi allontanarsi. In sostanza i protagonisti del lavoro del giovane scrittore tedesco si incuriosiscono (e ci incuriosiscono) vicendevolmente quanto basta per non capirsi e quasi odiarsi per poi andare a replicare il medesimo approccio in altri contesti e con altri personaggi. Ottima dunque la scelta di battezzare tutta l’opera “Söhne und Planeten”. Proprio come dei corpi celesti, infatti, le caratterizzazioni create dall’autore mostrano una piccola e sfuggevole parte del loro io ruotando su sé stessi: pianeti orbitanti. Pianeti-figli e pianeti-padri in quanto le relazioni prese in esame sono soprattutto rapportate a conflittuali rapporti familiari dall’andamento ora tragico ora fallimentare.

L’intero romanzo ruota intorno ad un’unica vicenda: il sospetto suicidio del giovane Victor, aspirante scrittore. Intorno, una schiera di parenti e di amici appartenenti per la maggior parte al mondo dell’editoria e della letteratura. Le storie connesse riguardano le persone che Victor ha ora amato ora odiato e vengono sviluppate sia prima che dopo il suo decesso.

La cronologia della vicenda, così come moltissimi altri aspetti del romanzo, è estremamente particolare poiché l’andamento della storia portante è presentata a ritroso. Nelle prime pagine si parla degli effetti della morte di Victor sulla comunità, mentre nelle pagine finali Victor è ancora vivo provocando e determinando una molteplicità di reazioni passionali e quasi violente rispetto a ciò che dice e che fa. In mezzo, una serie di flashback, parti di letteratura visionaria e veri e propri estratti di letteratura classica con generose ed evidenziate citazioni dei grandi scrittori tedeschi e del resto d’Europa inserite per dar forza e solennità alla narrazione in corso.

Nell’opera del giovane tedesco c’è anche molta filosofia. L’inserimento dell’approccio quasi sofistico ad alcuni aspetti della vita e soprattutto rispetto ad eventi ormai già accaduti da tempo non rende semplicissima la fruizione di “Figli e Pianeti”, ma sono proprio gli alti ragionamenti ed i complessi meccanismi mentali dei protagonisti a fornire l’elevata cifra letteraria del testo.

L’aspetto più affascinante di questa struttura letteraria estremamente complessa e sofisticata è l’alternanza dell’eccezionale linguaggio proposto con le parti più “animalesche”, che compaiono quando meno il lettore se lo aspetta, in tutta la loro genuinità. Ecco allora che alla trascrizione di un testo di Pascal fa seguito l’accurata descrizione di un amplesso fra uno dei protagonisti e la sua capacissima amante. Ancora, nell’arco di quaranta pagine, troviamo un’interessantissima digressione sulla concezione dell’ “al di là” dal punto di vista antropologico e letterario e poi la semi-comica descrizione di un uomo che in macchina promette qualunque tipo di rassicurazione alla donna con cui intende vivere stabilmente nel prossimo futuro in cambio di un allettantissimo rapporto orale che viene consumato direttamente nella vettura. Solo ad orgasmo avvenuto il personaggio si renderà effettivamente conto degli impegni presi. Le due anime del testo sono la vera forza del titolo.

Tutti i personaggi sono dunque appena accennati e quasi momentaneamente spiati nello loro dinamiche affettive. Fa eccezione, oltre al giovane Victor, René Templ, un “omino” che appartiene maggiormente alla parte materiale dell’orbita dei “pianeti umani” in collisione. René è discutibile sotto ogni punto di vista essendo un marito fedifrago, poco brillante nel suo lavoro, padre totalmente disinteressato e uomo decisamente poco simpatico ed apprezzato nella comunità che frequenta. Non può che far simpatia questo triste protagonista della prima parte del romanzo che oltre ad essere il proprietario delle connotazioni negative in elenco è anche dedito in maniera eccessiva all’alcool nonché vittima di strane visioni relative al suo corpo che lo mettono seriamente in difficoltà nella sua vita privata. A lui spetterà il compito di pubblicare in maniera postuma le fatiche letterarie di Victor per gentile richiesta del padre del giovane “suicida”.

“Söhne und Planeten” è costituito da frequenti rimandi interni, narrazioni su piani differenti ed incastri inaspettati. Nell’affrontare, pagina dopo pagina, l’opera il lettore a volte ha la sensazione di essere lontanissimo dalla vicenda, anche perché obiettivamente in questo libro la trama passa frequentemente in secondo piano a vantaggio delle sotto-vicende delle caratterizzazioni. In altri casi chi gusta le situazioni dei pianeti in conflitto che Clemens J. Setz ci propone si ritrova (e forse si rivede) a pieno nelle descrizioni e nei dialoghi del giovane esordiente. A tal proposito la scena della collerica litigata tra Victor e suo padre è una delle più reali, evocative e verisimili descrizioni di genere mai lette.

In conclusione il titolo presentato in questa sede non è dalla fruizione semplice e lineare. Tuttavia la complessità strutturale mescolata alle descrizioni ammiccanti ed erotiche insieme ai dialoghi dettati dalla passione di vivere (qui o altrove) ed infine la filosofia che emerge improvvisamente e in una maniera che costringe il lettore a riflettere profondamente sia sulla vicenda che sull’esistenza umana, fanno di questo debutto teutonico un unicum davvero stupefacente e degno di nota.

Da segnalare nell’edizione italiana la presenza di cinque paginette a fine romanzo del traduttore Simone Buttazzi che in maniera chiara e sintetica ci spiega la visione del mondo e l’eccentricità di questo trentenne autore della città di Graz. La sfida che vi proponiamo noi di Culturalismi è leggere attentamente il testo e poi verificare solo in un secondo momento, magari qualche giorno dopo, le illuminanti considerazioni del valido esperto dell’autore. Speriamo così che la breve “guida per orientarsi” del buon Buttazzi sia solo una piacevole conferma piuttosto che una post-fazione chiarificatrice. A voi la sfida!

Noi intanto ringraziamo l’editore “Gran Vía” d’aver avuto innanzitutto il fiuto e poi il coraggio per sdoganare un titolo non semplice che di certo brilla manifestamente in originalità e stile. Un’opera può essere complessa e vicina, filosofica ed erotica, letteraria e semi-comica, moralmente discutibile e letterariamente elevata, astratta e terra-Terra

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“Figli e Pianeti”

Clemens J. Setz, “Figli e Pianeti”, Narni, “Gran Vía Edizioni”, 2012.

Titolo originale: “Söhne und Planeten”.

Per maggiori info: http://www.gran-via.it/libri/figli-e-pianeti/

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