di Ornella Rota
ATENE. Un altro contraccolpo pesante della crisi economica e’ l’indiscriminato aumento dei reati, commessi sia da singoli individui che da affiliati alle tante mafie che in questi anni seviziano l’Europa in generale e la Grecia in particolare. Le violenze esasperano una popolazione allo stremo, la dilagante insicurezza nutre squallide strumentalizzazioni politiche, e i delinquenti di Alba Dorata aggrediscono gli immigrati che qui sono i più disperati fra i disperati. La polizia ha sovente volanti senza benzina, personale a ranghi ridotti, agenti da mesi senza stipendio.
“Più nessuno ha soldi, soprattutto nella classe media le condizioni di vita stanno diventando al limite dell’intollerabile”, dice l’avvocato Elena Tzouli-Kammenou. Nel suo grande studio, a poche centinaia di metri da piazza Syntagma, respiri un’impronta di efficienza e di storia. Elena è tra i più brillanti penalisti greci, con cultura ed esperienza europea; parla guardandoti diritto negli occhi, ha lunghi capelli lisci e un bel volto mobile, espressivo.
Come sono cambiati/stanno cambiando i reati in questi anni?
“Aumentano gli atti di terrorismo, le violenze anche contro se stessi _ mai prima d’ora ci sono stati tanti suicidi _ e in genere i reati contro il patrimonio e finanziari: furti (ben compresi negli appartamenti), rapine anche a mano armata, emissioni di assegni a vuoto, mancati pagamenti dei debiti anche nei confronti dello Stato, della Fondazione di previdenza sociale e di altri enti pubblici.
Misure come la riduzione dei salari e delle pensioni, o l’adozione di un sistema unico per gli stipendi statali hanno tragicamente aggravato la disoccupazione (sia giovanile che tra i 35 e 45 anni), sconvolto tanti bilanci famigliari e soffocato tanti progetti”.
I reati familiari?
“Pressoché quotidianamente osserviamo l’incremento delle violenze domestiche, per lo più scatenate da tensioni di tipo economico, che possono diventare insostenibili quando in una famiglia un componente (o a maggior ragione più d’uno) all’improvviso perde il lavoro, oppure riceve uno stipendio decurtato, o non percepisce più gli assegni familiari”.
La frequenza dei divorzi?
“Sempre maggiore, come si può facilmente constatare nei tribunali distrettuali osservando il numero dei procedimenti di tipo sia consensuale che contenzioso”.
La differenza fra i reati commessi ad Atene (e/o Salonicco) e le città di provincia o le zone rurali?
“Secondo i dati forniti dall’Istituto di Ricerche e Previsioni Turistiche, il 64% degli omicidi, il 75% delle rapine, il 64% dei furti e il 65,5% del contrabbando si registrano nella capitale, dove vivono quasi 5 milioni di persone e dove si svolge circa il 70% delle transazioni di affari e finanziarie. Statisticamente, il numero maggiore di reati continua a essere commesso in Atene e Salonicco, i nostri maggiori centri urbani; ma possiamo osservare che il tasso di criminalità si alza ovunque la disoccupazione si aggravi”.
Le ripercussioni di tutto questo sulla professione di avvocato?
“Parecchi clienti, non essendo più in grado di sobbarcarsi le nostre parcelle e neppure le spese legali minime stabilite per legge (e lo scorso anno rincarate), chiedono di cancellare una causa già in corso o di non avviarla proprio o come minimo di ottenere un rinvio sperando in un future condizioni migliori. Quasi tutti, comunque, prima di avviare una causa civile o penale, oggi ci chiedono un preventivo delle spese cui andranno incontro; sono anche sempre più numerose le persone che, scoraggiate dai costi elevati (e anche dalla lentezza del giudizio), rinunciano ad adire le vie legali. Una situazione per cui molti avvocati sono praticamente rimasti senza lavoro. Di più: in alcuni casi assolutamente eccezionali, ci sentiamo moralmente costretti a prestare la nostra assistenza a titolo gratuito; anzi, capita a volte di doverci sobbarcare persino le spese del giudizio, in attesa che un giorno il cliente possa rifonderle, e magari anche retribuirci”.
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