di Eda Bakir – attivista turca per i diritti umani
27 Maggio: La notte le ruspe sono entrate al Gezi Park a Taksim, quartiere nel cuore di Istanbul, per iniziare il taglio di alberi per avviare la costruzione di un altro centro commerciale (94esimo della città) contro la decisione della commissione di protezione. Il parco è l’ultimo appezzamento di terra verde rimasto nel centro della città. Taksim Gezi Parkı Derneği, il gruppo che lottava contro il progetto, stava nel parco al momento e hanno iniziato i lavori. Così le ruspe sono andate via. Un gruppo di circa 15 persone ha passato la notte salvaguardando il parco. 28 Maggio: Un gruppo composto di ambientalisti e urbanisti si sono organizzati tramite social network per fare la guardia nel parco. La polizia è intervenuta violentemente per disperdere il gruppo con lacrimogeni. Alcuni manifestanti si sono arrampicati agli alberi per impedire gli scavi. I lavori si sono fermati quando il deputato di BDP, S.Onder, si è messo davanti le ruspe richiedendo l’autorizzazzione di commissione di protezione. Così la polizia e le ruspe hanno fermato i loro interventi e alle 19.00 gruppi pacifici si sono uniti nel parco per un sit-in organizzato sempre su social media. Circa 40 tende sono state messe a guardia del parco durante la notte. Erdogan sulle proteste a Gezi Parki ha dichiarato: “Fate come volete, il governo ha già preso la decisione e il parco sarà demolito a tutti i costi”. 29 Maggio: Più tende, più manifestanti, più consapevolezza nel parco. Le petizioni sono iniziate, il sit-in continua, i manifestanti piantano nuovi alberi al posto di quelli scavati. Il gruppo aggiorna social media per informare i cittadini. Con un comunicato stampa il gruppo ha dichiarato che la lotta è contro tutte pratiche che distruggono le coste, le foreste, i luoghi pubblici, gli aspetti culturali per ottenere profitti, sottolineando che la demolizione a Gezi Park è illegale. 30 Maggio: Alle 05.00 di mattina la polizia è entrata nel parco lanciando lacrimogeni ai manifestanti, bruciando le tende. Gli scavi sono ricominciati. Per la seconda volta il deputato S. Onder ha fermato i lavori mettendosi davanti le ruspe. Un attivista è stato arrestato e un manifestante (23enne) è stato ricoverato all’ospedale per intervento chirurgico sotto i colpi della polizia. I social media sono sempre più attivi e il gruppo è sempre più grande dopo gli interventi con un sit-in di studenti, attivisti, accademici, artisti, famiglie con bambini, leggendo, cantando, ballando, organizzando forum e addirittura studiando per gli esami universitari collettivamente. Varie associazioni e alcuni partiti e gruppi politici hanno fatto dichiarazioni contro la decisione di demolizione e contro gli interventi della polizia che viola diritti fondamentali garantiti da costituzione. Hanno sottolineato il diritto di cittadini di manifestare pacificamente e il dovere di proteggere la natura e l’ambiente. Centinaia di persone si sono unite al parco dalle 19.00 per passare la notte nel parco. 31 Maggio: Il giorno che ha scatenato più violenza e più resistenza a Istanbul. La polizia di nuovo è intervenuta alle 05.00 di mattina, ha circondato il parco bloccando le uscite dei manifestanti e ha lanciato lacrimogeni in continuazione. Un decina di manifestanti sono caduti dalla muro ed alcuni si sono feriti gravemente. La polizia ha continuato l’attacco con lacrimogeni e water canon aggressivamente anche fuori il parco. Due deputati (tra cui anche S. Onder) sono stati feriti e Onder è stato ricoverato all’ospedale. La violenza della polizia è continuata durante il giorno in diversi quartieri di Taksim e non solo manifestanti ma anche turisti, lavoratori, altri cittadini sono stati feriti o colpiti dagli interventi. Testimoni confermano che la polizia sparava lacrimogeni direttamente verso le teste e le facce delle persone. La polizia ha utilizzato anche proiettili di gomma. Blocchi stradali e caos hanno impedito l’arrivo di ambulanze in alcuni punti. Varie aziende hanno dichiarato che non farebbero parte di un centro commerciale che sarà costruito al posto di Gezi Parki. I mass media turchi hanno censurato tutte le informazioni e le persone si sono informate soltanto tramite social media o stampa esterna. Ancora non ci sono informazioni confermate sul numero di persone arrestate, ferite e su possibili morti. L’indifferenza dei media e governo, l’autoritarismo dello stato, la violenza continua di polizia contro i cittadini, la costante violazione dei diritti costituzionali degli ultimi anni hanno contribuito a creare un movimento nazionale e una mobilità che non ha un singolo orientamento politico ma composto di sinistra, destra, religiosi, artisti, giovani, studenti, gruppi di tifosi, attivisti LGBT etc. Migliaia di persone si sono unite a Taksim resistendo alla violenza estrema dello stato/polizia per ore. Medici, infermieri, farmacisti sono intervenuti volontariamente ad aiutare tutti i manifestanti prima negli ospedali, poi anche in negozi, alberghi, ristoranti, hanno aperto le loro case ai manifestanti. Associazioni, NGO, scuole hanno messo gli uffici e personale a disposizione. Avvocati hanno fornito supporto volontariamente ad arrestati con informazione e contatti che giravano su social media. Il tribunale amministrativo ha preso la decisione di fermare l’implementazione della nuova costruzione nel parco sul base di perizia. Ci sono state diverse manifestazioni e mobilitazione anche in altre città in Turchia e in grandi città come Ankara ed Izmir la partecipazione è arrivata a decine migliaia e intervento della polizia è stata violenta in diversi istanti. In tutte le piazze le persone hanno invitato Erdogan a dimettersi. Ancora nessuna dichiarazione da parte sua. 1 Giugno: Le manifestazioni di cittadini e la violenza della polizia continua ora ormai da più di 30 ore. Social media sempre attivi nonostante il blocco in alcuni aree. Circa 40000 manifestanti hanno camminato dalla parta Asiatica alla parte Europea attraversando il Bosforo che è normalmente chiuso ai pedoni. Previsto un altro incontro generale a Taksim alle 15.00. Ci saranno altre manifestazioni in tutte le parti della Turchia.
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