Different Gear, Still Speeding: un Gallagher è per sempre

di Ivan Errani

I Beady Eye nascono nel 2009, quando Liam Gallagher, il più scapestrato dei fratelli a dire di molti, strappa agli Oasis quattro componenti (tra quelli che si sono alternati negli anni) e se ne va per la sua strada lasciando l’amato-odiato Noel a grattarsi la pancia. Ci hanno messo due anni, ma alla fine hanno partorito Different Gear, Still Speeding, album di tredici deliziose tracce. Chi ha amato gli Oasis ritroverà diverse linee melodiche che hanno fatto la fortuna dello storico gruppo inglese. Chi li annuserà per la prima volta avrà chiaro cosa si intende per brit pop: eclettismo, romanticismo e irriverenza allo stato puro. Il primo singolo estratto da questo lavoro d’esordio è The Roller, spensierata cantilena che ammicca alle ballate ma accarezza i Beatles. Ormai ne avrete piene le orecchie, considerato che da diverse settimane viaggia a loop sulle più importanti radio rock europee. Decisamente energetico, Different Gear, Still Speeding è un album maturo, lontano dalle tendenze contemporanee ma non per questo da relegare nella nenia nostalgia dei migliori ’90. Vi scatenerete con Beatles and Stones, le chitarre di Gem Archer e Andy Bell in For Anyone vi faranno tamburellare le dita sulla scrivania e la ritmica di Chris Sharrock (batteria) e Jeff Wooton (basso) galopperanno nella vostra testa con la regolarità di uno stantuffo idraulico. I quattro signori del rock benedetti dalla Union Jack se ne andranno i tour nel vecchio continente (Scozia, Inghilterra, Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Belgio) e nel paese del Sol Levante. Forse riusciremo a star loro dietro. Intanto ascoltateli: meritano quattro stelle su cinque.

 

 

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