di Fabio Migneco
Il titolo dice tutto. Se di fronte a simile premessa la vostra reazione è “fico!” allora accomodatevi, in caso contrario non aspettatevi altro che quello che vi viene promesso.
La commistione western e fantascienza viene trattata con i guanti bianchi, in particolare la parte riguardante il west ha tutti i crismi del caso. Non è una parodia, ogni elemento è messo in campo con rigore e persino con un certo afflato epico. Per il risvolto sci-fi invece si potrebbe obiettare che non è poi la gran cosa che avrebbe potuto essere. Ma lo spettacolo rende, diverte e Favreau ha il merito di aver scelto delle gran belle facce per i comprimari (su tutti Keith Carradine), oltre a saper miscelare con la dovuta cautela il carisma dell’ultimo Bond Craig con quello del mitico Indy Ford, qui in un ruolo un po’ più di sponda servito col consueto mestiere. Un baraccone che forse manca un po’ di mordente e di quel polso della Hollywood che fu (come si fa a mettere in testa al protagonista un cappello che nemmeno a Sezze o in Maremma? Cavolo, i cowboys sono roba vostra, se non sapete più nemmeno far quello siete messi male!), tanto che gli incassi sono stati al di sotto delle aspettative. Ma almeno non è un sequel o un remake come gran parte dei film in circolazione e si rifarà sicuramente in blu-ray.
A patto di dare a Cesare quel che è di Cesare: sarà anche liberamente tratto da una graphic novel, ma l’argomento non è certo nuovo. Nel 1969 l’editoriale Corno pubblicava Thomas 2060-1860 (ora nel catalogo della A.D.) di Luigi Corteggi, storia di un trapper alle prese con una invasione extraterrestre. Senza contare le incursioni di Tex o Zagor in territori fantascientifici. Così, tanto per dire.
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