di Fabio Migneco
Successo a sorpresa al botteghino in America (ma se l’è cavata bene anche in Inghilterra e Spagna), il film dell’islandese Kormákur, già autore di 101 Reykjavìk, Jar City e Una tragica scelta, alla sua prima vera prova totalmente americana, si muove nei territori del thriller d’azione e gioca la carta di un cast ben assortito e di una regia che non strafa, ma anzi è capace di sottolineare al meglio sia i momenti di suspense e le sequenze più puramente action, sia le psicologie dei personaggi.
Mark Wahlberg azzecca un altro dei suoi antieroi, ex contrabbandiere ormai fuori dal giro con lavoro onesto e famiglia sulle spalle, costretto a un ultimo lavoro proprio per amore dei suoi cari. Ma se Kate Beckinsale che fa sua moglie e Ben Foster l’amico e collega viaggiano su sentieri già battuti (il secondo si concede qualche assolo in più), la vera sorpresa, quello che ruba la scena è Giovanni Ribisi nei panni del cattivo, fuori di testa e un po’ viscido, che tiene sotto scacco l’intera famiglia fino alle risoluzioni finali.
Qualche lungaggine della trama magari si poteva evitare, ma nell’insieme il film fa il suo lavoro di solido e onesto intrattenimento, regala un paio di sequenze ben congegnate, è confezionato con la giusta classe e si lascia vedere con piacere, non deludendo gli appassionati.
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