di Francesco Bordi
Dodicesima edizione della Fiera nazionale della piccola e media editoria in quel della Capitale. “Parti da un libro” è lo slogan che ha fatto da bandiera all’evento; fin qui ci siamo. Ora bisogna comprendere, partendo da un libro, dove andiamo a finire.
L’obiettivo è far sì che “Più Libri Più Liberi” non diventi come il Festival di Sanremo. Tutti o quasi ricordiamo le numerose edizioni dell’italica manifestazione canora tutte uguali a sé stesse, eccezion fatta per quelle in cui la direzione ha dimostrato una sferzata energetica come nel caso di Bonolis, o per le edizioni in cui è stato dato un maggior apporto artistico-culturale come ad esempio nel corso dell’ultima gestione Fazio-Littizzetto.
Tornando ad i nostri amici libri e “librai-editori” il primo dato significativo che emerge nel visitare la fiera è di natura prettamente economica. Non si può non notare che moltissimi editori quest’anno hanno condiviso il proprio stand anche a rischio di mostrare una parte sempre meno esemplificativa del catalogo. In taluni casi lo spazio messo a disposizione era suddiviso anche fra tre editori sino ad arrivare alle situazioni dei consorzi in cui gli spazi a disposizione erano esigui per due marchi, ma gli standisti erano quattro… È lampante che la politica tarrifaria per una fiera che ospita la PICCOLA e media editoria ha dei costi piuttosto GRANDI, probabilmente troppo per coloro che faticano a rimanere a galla in un periodo in cui l’intero sistema economico è sempre sull’orlo del collasso. Alcuni editori storici della fiera quest’anno hanno addirittura preferito non presenziare a vantaggio di altri.
Dunque nel 2013 anche volti nuovi alla loro prima esperienza editoriale a Roma come ad esempio le “Edizioni Parallelo 45” di Piacenza la cui strategia commerciale si presenta comunque piuttosto interessante. I ragazzi piacentini, dal catalogo alquanto curioso e variegato, hanno infatti bloccato i loro testi ad un prezzo fisso di 12 euro, a prescindere dalla lunghezza. Un auto-imposizione che di fatto permette di applicare un rigido sistema di fatturazione ed analisi di costi e benefici che nel bene e nel male ha portato loro dei discreti vantaggi tanto da consentire al loro marchio di essere presenti in fiera: un dato che oggi davvero non va sottovalutato.
Ancora degni di nota sono stati i ragazzi di “Zandonai”. L’editore di Rovereto prosegue infatti nella sua interessantissima linea dello “sconfinamento” presentando monografie su ambiti stranieri spesso rivelatrici di un “altro da noi” piuttosto nascosto che quasi mai ci viene presentato se non attraverso i filtri di frequenti stereotipi. In tal senso notevole lo sguardo su autori e personaggi di un est-europa quanto mai vivace e protagonista rispetto ai cliché a cui siamo abituati. La stessa tenacia la si ritrova anche nella loro linea per ragazzi in cui presentano fiabe a tema che però vengono contestualizzate in un territorio specifico con la presenza di animali e vegetazione realmente esistenti in modo tale da abituare il bambino a saper riconoscere nelle varie storie i protagonisti a quattro zampe che nella realtà poi frequentemente fatica ad identificare: la fiaba che sconfina nella realtà e viceversa.
Notevoli anche le isterie tematiche dell’editore “66th and 2nd”. I ragazzi dal marchio impronunciabile hanno infatti una lista titoli che spazia essenzialmente fra sport, leggende e tradizioni dal mondo, i “polar” di matrice francese e la fiction dal sapore anglosassone. Apparentemente non sussiste alcun fil rouge fra i generi se non il fatto che ogni titolo d’appartenenza alle collane vanta un approccio psicologico ambivalente. Il marchio romano ci presenta storie e questioni che aiutano a vivere con maggior profondità la percezione della vita o, come nel caso dei testi su alcuni grandi personaggi dello sport, ci mostrano una sorta di biografie la cui vita stimola alla riflessione, nel bene o nel male.
Un moralmente doveroso plauso va alle bellissime realtà di “Gran Vìa Edizioni”, “Bordeaux Edizioni” e “Isbn Edizioni” il cui catalogo è da anni oggetto delle nostre attenzioni grazie ad una ricercatezza, un’eleganza ed intelligenza dei titoli che da soli valgono il prezzo del biglietto della fiera.
Lo stand condiviso da Becco Giallo e Coconino Press ci conferma altresì il grande e felice momento che vive con rinnovato vigore il fumetto, in tutto il proprio paradigma, nell’ultimo lustro. Quelli partoriti dalle pagine dei due editori in questione sono a tutti gli effetti altissimi prodotti d’autore che fanno ben sperare che un giorno la letteratura abbracciata all’arte del disegno e della pittura raggiungerà l’importanza delle B.D. riconosciuta da sempre dai nostri cugini d’oltralpe.
L’attenzione sul mondo dei ballons, o nuvole parlanti, è stata anche confermata dal continuo successo dello Staff di Zerocalcare del buon Michele Rech e da alcuni eventi inerenti organizzati nelle sale-meeting.
Gli altri temi principali degli incontri sono stati: la letteratura per ragazzi ed il relativo incoraggiamento ala cultura libraria, la criminalità organizzata, la scrittura letteraria e sociale al femminile, le sfumature della città di Roma (ancora presente evidentemente l’influsso de “La grande Bellezza” di Sorrentino) e lo sviluppo dell’e-commerce e dell’e-marketing. Parrebbe finalmente accantonata la diatriba libro cartaceo versus e-book con solo quattro anni di ritardo rispetto al resto del mondo. I meeting si sono svolti anche nelle locations capitoline storicamente dedicate alla cultura nei giorni precedenti alla mostra. Anche per la dodicesima edizione, così come lo scorso anno, la fiera si è avvalsa di luoghi e di tempi adiacenti la manifestazione al Palazzo dei Congressi dal 5 al 8 dicembre. Già dal 27 novembre infatti il “Macro”, il “Maxxi”, “Eataly”, il “Palazzo delle Esposizioni” e molti altre strutture come teatri, circoli, biblioteche e librerie hanno ospitato presentazioni ed eventi a tema collegati alla fiera libraria, talvolta anche in concomitanza di date. Sull’esito di questo “movimento adiacente” però non abbiamo ancora molti dati e soprattutto c’è stata forse poca pubblicità e visibilità che potesse aiutare l’intera operazione di sostegno.
In sostanza quest’anno abbiamo riscontrato un miglioramento nella logistica e nella programmazione degli eventi. Ciò che però riscontriamo ancora è il conflitto interno della manifestazione. Più Libri Più Liberi non ha ancora deciso che tipo di fiera vuole essere. Da un lato i numerosi incontri professionali, dall’altro le numerosissime presentazioni librarie nonché le tavole rotonde di discussione. E ancora: portavoce delle realtà editoriali più piccole però a prezzi difficilmente sostenibili anche per gli editori più grandi e consolidati.
Ben venga la saletta della compravendita dei diritti “Right Room” (quest’anno dichiaratamente e ben presentata nel comunicato stampa), ma ci vorrebbe anche una serie di strutture collegate ad un aspetto così importante che deve andare ben oltre ad una “room”.
Tutto questo in quattro giorni…
Ad ogni modo siamo contenti di constatare la crescente importanza della fiera romana tuttavia, cara Più Libri Più Liberi devi decidere chi vuoi essere. Pensa in grande e allora coinvolgi di più le istituzioni e porta ad effetto la tua decisione così da poter essere una mostra-mercato, una fiera di operatori professionali, un festival letterario e ancora un tavolo nazionale per la compravendita di diritti d’autore. Oppure scegli un’anima sola, ma sceglila bene e sviluppala al meglio destando l’ammirazione degli altri appuntamenti di settore, sia nazionali che internazionali.
In ogni caso non fare come Sanremo, non diventare un contenitore generico di vari aspetti senza personalità. Cerca anche tu la tua anima più vera nelle basi dei tuoi scrittori e delle tue idee e vedrai che anche la tua musica cambierà e sarai un vero e proprio Festival editoriale.
Per ulteriori info sulle passate edizioni della Fiera della piccola e media editoria:
Sito istituzionale: http://www.piulibripiuliberi.it/
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