Addio a Bernardo Bertolucci
di Claudio Consoli
E’ morto Bernardo Bertolucci, un poeta e un artigiano del cinema italiano; uno dei personaggi più amati, anche oltre confine, della cultura italiana della seconda metà del XX Secolo.
Photo by Artisan Entertainment © 1998 Columbia Pictures
Che tristezza che provo… da cinefilo, da appassionato, da figlio di un papà tutto d’un pezzo, che però ho visto versare una lacrima di commozione quando, guardando la cerimonia degli Oscar 1988 in tv, “L’ultimo Imperatore” venne premiato con 9 statuine, tra cui quella alla scenografia che causò la lacrima suddetta.
Mio padre lavorò come pittore alle scenografie di 5/6 film di questo straordinario Maestro: L’Ultimo Imperatore; Il Tè nel Deserto; Piccolo Buddha; Io Ballo da sola; L’assedio e non sono sicuro se, in precedenza, anche in Novecento.
Papà era una persona schiva, educata con gli altri e difficilmente si profondeva in elogi sperticati o agiografie di personalità del cinema con cui aveva avuto a che fare o per cui aveva prestato la sua manodopera; spesso trovava i personaggi del mondo del cinema eccessivi e sgradevoli pur riconoscendo loro la grandezza artistica, quando essa c’era.
Di Bernardo Bertolucci come regista e come persona, invece, ho sempre sentito solo belle parole, apprezzamento e devozione e non scorderò mai quando, mi pare avessi più o meno 10 anni, mio padre mi portò all’anteprima per la crew, dell’Ultimo Imperatore; non scorderò quanto la visione di quel film ha significato per me, con la Cina che si fissava definitivamente nel mio immaginario visivo e culturale, dopo essere già entrata in casa mia nell’ 80/81 quando papà lavorò in quel paese lontanissimo per mesi e mesi per il “Marco Polo” televisivo; non scorderò però, soprattutto, l’enorme rispetto e ammirazione che mio padre mostrò per questo grande cineasta italiano quando, alla fine della proiezione e a differenza di molti altri, si limitò ad applaudire con riverenza il regista parmigiano, senza sciamargli intorno in cerca di una stretta di mano o un saluto, ma con mille più significati nello sguardo che in quel gesto mancato.
Nella mia famiglia il cinema è di casa, anche mio nonno lavorò per un periodo a Cinecittà, e fra i ricordi e i fantasmi di più di quarant’anni di cinema che aleggiano in casamia, novero che include più che altro maestranze e artigiani, amici e colleghi di papà, mi piace pensare aleggi ora anche l’aura del grande Bernardo Bertolucci.
Buon viaggio maestro.
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