EP#12

 

di Claudio Consoli

EP#12

Gli Italiani lo fanno…anche loro

(Musicalmente)io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono. G.Gaber)

1.“If”. 2009, album “If” di Mario Biondi, il dubbio è la scintilla che accende il nostro pensiero, a volte però pensare troppo è pericoloso se…

2.“Autodafè”. 1997, album “La Morte Dei Miracoli” di Frankie Hi Nrg Mc, a furia di pensare ci si chiude in se stessi e si diventa il proprio aguzzino e

3.“Sotto Pressione”. 2000, album “Vibra” degli Africa Unite, sotto pressione non si può vivere per sempre; giudicare noi, giudicare gli altri, ne siamo degni?

4.“Amatevi”. 1999, album “The Best Of Agricantus” degli Agricantus, di sicuro però siamo fatti per sviluppare pulsioni, provare emozioni e

5.“Impressioni di Settembre”. 2002, album “Live In Japan” della P.F.M. ricavare impressioni da tutto ciò che ci circonda tramutandole, a volte, in poesia.

Potete guardare i video della playlist anche sul nostro canale youtube: http://www.youtube.com/playlist?list=PL1CD26F306F780F9C

Curiosità sulla playlist:

La curiosità principale è quella, generale, di proporre artisti che hanno deciso di solcare sentieri musicali che non sono certo rispondenti ai soliti canoni della musica italiana, soprattutto a livello commerciale e che, con alterne fortune e più o meno lunghe gavette, sono riusciti a suonare la loro musica di qualità anche nel nostro paese.

Mario Biondi (cognome d’arte mutuato dal padre Stefano, cantante anch’egli) comincia a cantare come corista in un coro di parrocchia a 12 anni poi diviene turnista e ha fatto da spalla, prima di divenire famoso come solista, anche a personaggi del calibro di Ray Charles. Anche partendo dalla Sicilia si può fare dell’ottimo soul jazz.

Nato a Torino, di origine Siciliane e cresciuto fra Caserta e Città di Castello, Francesco Di Gesù è probabilmente, almeno a livello di scrittura dei testi, il principale rapper italiano, attivo fin dai primi anni novanta; tra l’altro si diletta anche di regia: sua è ad esempio quella dello spassoso video di “La Descrizione di un Attimo” dei Tiro Mancino. Anche in italiano è possibile costruire ritmiche e strofe adatte al rap.

Riguardo gli Africa Unite la curiosità è principalmente geografica: mi sono sempre chiesto come Bunna e Madasky, attivi fin dal 1981, abbiano sviluppato una sensibilità così spiccata per il reggae partendo da Pinerolo…no, dico: PINEROLO, Piemonte, Italia! Grandi!

Più facile è invece capire come dalla multi culturale Sicilia, crocevia mediterraneo di popoli e culture, arrivi un gruppo come gli Agricantus, fondati nel1979 da Tonj Aquaviva e altri valenti musicisti; il gruppo che unisce folk di varia origine con un gusto ambient molto internazionale, si è arricchito poi della splendida voce della svizzera Rosie Wiederkehr raggiungendo una discreta fama anche all’estero. Il Brano incluso in playlist, ad esempio è stato incluso anche nella compilation Buddha Bar IV del 2002.

Se musicalmente si sa quasi tutto della P.F.M. e dei gloriosi anni 70, in cui anche l’Italia riusciva a sfornare gruppi ROCK di livello internazionale quali appunto P.F.M. Area, Banco del Mutuo Soccorso e altri, magari l’origine del loro nome non è nota a tutti: pare derivi dalla Forneria Marconi di Chiari (Brescia) frequentata da Mauro Pagani (il flautista che si unì alla band originale durante la loro collaborazione con De Andrè ai tempi di “La Buona Novella”) a cui poi aggiunsero Premiata, con l’idea che il nome, nella sua bizzarria fosse però molto progressive e difficilmente dimenticabile

 

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