Modernizzare il classico: The Piano Guys – “Hits Vol.1”

di Claudio Consoli

Rendere moderno il classico potrebbe sembrare una di quelle imprese utopiche, uno di quei casi in cui è più importante l’audacia, e le ragioni di un tentativo, che il risultato dello stesso, una di quelle situazioni insomma, in cui di solito si dice: cercare la quadratura del cerchio.

Un lavoro di approssimazione dunque, nel quale però dedizione e applicazione, sorretti da un grande amore per ciò che si sta cercando di realizzare, possono rendere il risultato così prossimo all’obiettivo, al limite irraggiungibile verso il quale tuttavia tendere, da rendere l’approssimazione invisibile.

La magia è co(immagine da http://thepianoguys.com/music/)mpiuta però, come ci spiega Michael Caine nel superlativo “The Prestige” di Cristopher Nolan, non quando qualcosa di ordinario mostratoci nel I atto, la promessa, diviene straordinario a seguito di una svolta, ma quando il mago fa riapparire davanti ai nostri occhi ciò che con un trucco o grazie alla sua abilità era riuscito a far sparire o ad occultare allo sguardo; la musica dei “Piano Guys” è proprio come il terzo atto di uno spettacolo di magia: un gioco di prestigio!

Grazie alla loro abilità tecnica, alla loro fantasia e al loro gusto, soprattutto a livello di strumenti e di arrangiamento, questi due musicisti con l’aiuto di un ristretto gruppo d’amici, ci offrono musica dal respiro ampio, suonata alternando strumenti classici con versioni moderne degli stessi, speziandola il giusto con l’uso di effetti mutuati dal rock o comunque dalla musica contemporanea e più pop(olare) e suonandola con un’energia e un trasporto lontani dal comunque giusto aplomb che siamo abituati a trovare nei musicisti classici o negli orchestrali.

Le canzoni che i “The Piano Guys” ci propongono spaziano da versioni energizzate e riarrangiate per piano ed archi di classici di Beethoven o Mozart, oppure la famosissima “Oh Fortuna” tratta dai Carmina Burana musicati da Carl Orff, a cover di brani moderni e contemporanei, basti citare la recentissima “Rolling In The Deep” di Adele o la famosa ballad acustica “More Than Words” degli Extreme di Nuno Bettencourt, oppure divertenti sortite nelle arie cinematografiche pescando anche qui nel classico con “Cello Wars”, arrangiamento e medley dei temi più famosi di “Guerre Stellari”.

Per quella loro capacità di svecchiare il classico senza offenderlo, di nascondere quell’ingiallimento o quella sensazione di grigiore che spesso vengono(immagine da http://thepianoguys.com/music/) associati alla musica classica da ascoltatori non pronti od educati ad essa, oppure semplicemente da un audience giovane, che potrebbe considerare “vecchio” o “classico” anche un disco dei Led Zeppelin, il duo americano centra il bersaglio soprattutto nei brani ispirati da arie classiche, come nell’energetico “Michael Meets Mozart”, nell’emozionante “Moonlight” (da non perdere il video girato su un lago salato) oppure in “The Cello Song”; nelle cover invece, seppure splendidamente suonate ed egregiamente arrangiate, non ho avvertito gli stessi brividi che ho provato nei pezzi succitati.

Forse dipenderà dall’emozione di ascoltare con tale piacere e in una foggia piuttosto nuova una musica, come quella classica, di cui non sono certo un esperto o, più semplicemente, il fatto che gli autori dei pezzi che mi hanno tolto il fiato sono in fondo divinità del calibro di Beethoven e Mozart, ma tant’è! Penso dunque che più che a nobilitare brani belli e famosi, ma che probabilmente non scriveranno la storia della musica come, ad esempio, “Rolling in the Deep” i “TPG” dovrebbero dirigersi principalmente sul repertorio classico, per regalare, soprattutto agli ascoltatori più giovani, le emozioni e l’ampiezza di respiro della musica più colta.

A rendere ancora più emozionante per me la scoperta di questi musicisti è stata anche la consapevolezza che questo progetto ancora in fieri, è portato avanti da un piccolo gruppo di persone non ancora, propriamente, professionisti della musica, non perché siano degli adolescenti allo sbaraglio oppure dei neofiti della musica, ma perché sono delle persone che ancora non vivono del loro talento, avendo dei normali lavori quotidiani, mancando ancora di una vera e propria label che li produca ed essendo costretti, come da loro stessi raccontato sul loro sito web, a comporre, suonare, registrare o filmare la loro opera musicale e i loro video, nel tempo libero, una volta compiuti i loro doveri professionali e nei confronti delle loro famiglie ma, soprattutto, a loro spese!

(immagine da http://thepianoguys.com/music/)Il disco qui presentato “Hits Vol.1” è infatti interamente prodotto e realizzato dalla crew composta da John Schmidt (piano guy), Steven Sharp Nelson (cello guy), Paul Anderson (“the” guy), Tel Stewart (video guy), Al Van der Beek (music guy) e non può essere, per ora, acquistato nei negozi di dischi, ma solamente online, direttamente dal loro sito e dietro una donazione veramente minima e meritata da fare alla band, a seguito della quale e, a seconda dell’ammontare della stessa, si riceveranno copia digitale e/o cd dell’album, gadget ed il titolo “onorifico” di “Founder Member” della band.

Se volete e potete, quindi, andate al sito http://thepianoguys.com/music/ per apprendere di più sul gruppo/progetto e per eventuali donazioni, oppure semplicemente supportate la band tramite i più comuni social network o seguendo il loro canale youtube, nel quale potrete ascoltare tutti i pezzi dei “TPG” e gustarvi i bellissimi video all’indirizzo http://www.youtube.com/user/ThePianoGuys

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