Gennaio 2012 – Sindrome di Stendhal

Sindrone di Stendhal. Cristina Zinni. 2011 © tutti i diritti riservati

Sindrome di Stendhal. Cristina Zinni. 2012 © tutti i diritti riservati

“Sindrome di Stendhal”

 

“ – Leggere, – egli dice, – è sempre questo: c’è una cosa che è lì, una cosa fatta di scrittura, un oggetto solido, materiale, che non si può cambiare, e attraverso questa cosa ci si confronta con qualcos’altro che fa parte del mondo immateriale, invisibile, perché è solo pensabile, immaginabile, o perché c’è stato e non c’è più, passato, perduto, nel regno dei morti…
– … O che non è presente perché non c’è ancora, qualcosa di desiderato, di temuto, possibile o impossibile, – dice Ludmilla, – leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà… – (…)È sulla pagina, non prima, che la parola, anche quella del raptus profetico, diventa definitiva, cioè scrittura. È solo attraverso la limitatezza del nostro atto dello scrivere che l’immensità del non-scritto diventa leggibile, cioè attraverso le incertezze dell’ortografia, le sviste, i lapsus, gli spazi incontrollati della parola e della penna. Altrimenti ciò che è fuori di noi non pretenda di comunicare con la parola, parlata o scritta: mandi per altre vie i suoi messaggi.

 

Italo Calvino – Se una notte d’inverno un viaggiatore

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