di Fabio Migneco
Ennesima pellicola per Nicolas Cage, qui più contenuto del solito, a partire dall’acconciatura (le ultime sfidavano stoicamente il ridicolo), invischiato stavolta nella trama di un thriller forse scontato nello sviluppo, ma comunque di buona fattura. Venature noir serpeggiano nella New Orleans della ricostruzione col nostro eroe-qualunque che si ritrova a dover scappare e difendersi dall’organizzazione clandestina che l’ha aiutato a vendicarsi della violenza subita dalla moglie.
Bella l’ambientazione urbana e buono il ritmo, con un cast di contorno che annovera un ritrovato Guy Pearce e l’Harold Perrineau di Matrix e Lost nei panni dell’amico con qualche scheletro nell’armadio. Niente di eclatante, ma chi frequenta il genere avrà di che divertirsi, classico film da noleggio, uscito in sordina a settembre prima qui in Italia e poi in America e Inghilterra, caso questo più unico che raro di distribuzione al contrario.
Cage, che per l’occasione sfoggia un pizzetto come ai tempi de Il Bacio della Morte, dà sempre l’impressione di quello che si butta via, che potrebbe ambire a ben altro (e ogni tanto se lo ricorda) ma che ha debiti e mutui in proporzione a quanto viene pagato. Eppure in un modo o nell’altro riesce sempre a farsi benvolere.
Ovviamente astenersi detrattori, suoi e dell’action-thriller in generale.
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