SUGARPULP FESTIVAL 2011: intervista a Victor Gischler

dal nostro inviato speciale Fabio Migneco

 

Foto di Fabio Migneco © tutti i diritti riservati: a sx Fabio Migneco a dx Victor GischlerCosa pensi di questo Festival e perché hai accettato di farne parte?

 

Be’ abbiamo appena iniziato, quindi non so tutto ciò che potrà succedere, non so dirti di preciso cosa ne penserò, ma conosco i ragazzi dello SugarPulp che lo hanno organizzato e so che sono delle brave persone, competenti e appassionate e c’è una bella energia, quindi la mia aspettativa è senz’altro quella di un gran week-end! So che sarà divertente, ho accettato per quello e perché conosco Matteo Strukul da qualche anno ormai, siamo amici, ha lavorato per Meridiano Zero e ha fatto un lavoro eccellente nell’introdurre me e il mio lavoro al pubblico italiano e alla stampa. Non avrei certo potuto dirgli di no, visto che oltretutto ci lega anche l’amicizia! Sapevo che era un’ottima idea.

 

Ti sorprende il successo che stai avendo in Italia? Come ti sembra il pubblico che hai trovato qui?

 

In realtà non so mai se ho successo o meno, non so bene cosa significhi, non so di preciso quanti libri vendo, non so come misurare se ho successo o meno, ma so che quando vengo qui tutti sono molto gentili con me e questo è davvero gratificante. I lettori italiani sembrano conoscere molto bene i loro gusti, sanno cosa vogliono leggere e sono molto intelligenti al riguardo e sono riconoscente per ogni lettore italiano che scelga le mie storie, sia se ce ne sono due, sia se ce n’è un milione, ne penso tutto il bene possibile.

 

Quali sono le tue più grandi influenze? Letterarie, cinematografiche…

 

Sono cresciuto con i western di Anthony Mann, Ford, i vecchi film di gangster, il cinema in genere mi ha sempre molto influenzato, film come La fiamma del peccato, il dialogo in quel film è così perfetto, ha un ritmo eccellente. Si, il cinema mi ha sempre spinto avanti, vedo film da così tanto tempo… ma apprezzo anche scrittori come Jim Thompson, Charles Willeford, Elmore Leonard, Mike Resnick, non so se conosci quest’ultimo, è un popolare scrittore di fantascienza in America… Sai, ce ne sono talmente tanti, anche persone che non ti aspetti, come Kurt Vonnegut, lui mi ha sempre influenzato molto, non si direbbe, non lo si vede nel mio lavoro, ma nella mia testa è sempre ben presente.

 

Ci puoi dire qualcosa sui futuri adattamenti dai tuoi romanzi?

 

Certo, in questo periodo è in lavorazione un film tratto dal mio primo romanzo La Gabbia delle Scimmie, il regista sarà Ryuhei Kitamura, quello di Versus, molto famoso in Giappone…

 

Lo stesso di Midnight Meat Train – Prossima Fermata l’Inferno?

 

Sì, Midnight Meat Train, proprio lui! E’ intenzionato a fare più film in America, è motivato a curarne la regia, siamo in trattative con qualche ottimo nome per le parti principali, sì La Gabbia delle Scimmie sembra essere sulla rampa di lancio. Anche Notte di sangue a Coyote Crossing è stato opzionato per una sceneggiatura, ce n’è una pronta molto buona per Shotgun Opera e alcune star la stanno leggendo proprio in questi giorni, io stesso ho scritto una sceneggiatura per Black City (Go-go Girls of the Apocalypse) e quindi c’è un buon numero di progetti e possibilità. Non so bene cosa accadrà, staremo a vedere.

 

Lansdale ti ha definito più volte uno dei suoi scrittori preferiti. Come ti senti a tale proposito?

 

Quando un Maestro dice qualcosa del genere non puoi che sentirti al settimo cielo. Lo ammiro da tanto tempo, lui e il suo lavoro e quello che ammiro di più del suo lavoro è che lui può fare qualsiasi cosa. Può fare fumetti, horror, crime, fantascienza e questo mi piace, perché adoro tutte queste cose anche io e lui è stato sempre un modello da questo punto di vista, perché non sta scritto da nessuna parte che bisogna fare solo una cosa, mi ha sempre ispirato la sua capacità di spaziare.

 

Come differisce il tuo lavoro di scrittura sui fumetti rispetto a quello per i romanzi?

 

Con i fumetti gioco con i giocattoli altrui. Wolverine non è mio, Deadpool nemmeno, così rispetto molto le creazioni altrui. Con i romanzi, con i miei personaggi, posso fare quello che voglio, posso ucciderli, dargli fuoco, farci ciò che voglio ed è fico, ma mi piace molto anche lo stile di scrittura più rispettoso e attento che devo adottare quando faccio fumetti. Al momento sono in trattative con un paio di compagnie di fumetti per un personaggio tutto mio, forse presto potrò dare alla stampe una creatura interamente mia anche in quel mondo, ma un po’ prematuro parlarne.

 

Hai insegnato scrittura creativa. Quanto è importante avere un metodo?

 

Ne parlavo con un mio amico autore di crime novels, dipende dal metodo credo. Non penso esistano formule universali. Si possono imparare alcune regole e certi trucchi, poi riguardo il metodo di scrittura ognuno ha il suo, ma ci sono alcuni fattori che ti influenzano. Per me ora è importante avere una scadenza. I romanzi li scrivo più velocemente se ho una scadenza. Prima non l’ho mai voluta avere, volevo i miei tempi ed essere presente per ogni virgola e idea dell’ultimo secondo, ma ora mi organizzo meglio con una scadenza, mi mantiene sui binari. Prima non la volevo, ora la apprezzo, mi sembra di poter iniziare a lavorare su un romanzo in modo più organizzato e preciso se so che ho una consegna da rispettare, vedo i benefici di questo processo ora.

 

Deadpool è uno dei personaggi più folli della Marvel, quanto ti diverti a scriverlo?

 

Mi diverto molto. Non lo scrivo più attualmente, faccio altri personaggi, ma ripeto sempre al mio editor: “Se mi vuoi far scrivere altri Deadpool non c’è problema!” Per il momento però non mi accontenta. E’ bello scriverlo perché è bello poter lasciarsi andare, e scrivere le cose più stupide che ti passano per la mente sapendo di potergliele far dire. Wolverine non può dire cose del genere, Ciclope nemmeno, ma Deadpool può dire tutto, non ci sono regole e in quel modo è divertente. Hai una libertà totale come scrittore perché puoi farci quasi tutto nel rispetto del personaggio, ma il fatto che sia matto fa sì che non debba essere per forza razionale o che ci sia una ragione per ogni sua azione.

 

Faranno un film come si deve su di lui? Si parlava di Robert Rodriguez alla regia, cosa ne pensi?

 

Continuo a sentire le notizie più disparate, se ne parla da parecchio ormai, sì, dicevano di Rodriguez che non era male come nome, con Ryan Reynolds come protagonista, non so… Ormai me ne sono distaccato, ma spero che lo facciano, lo andrò a vedere di sicuro, però non so dirti altro.

 

E riguardo il Punitore? Tornerai a scriverlo?

 

Mi piacerebbe, la gente me lo chiede spesso. Ci sono due collane del Punitore alla Marvel, quella regolare e la versione Punisher Max, che è come sai la versione più dura diciamo, per lettori più maturi. Il problema è che hanno già ottimi sceneggiatori, per la serie regolare c’è Greg Rucka e per la Max hanno Jason Aaron, entrambi sono grandi, mi sa che non gli servo più. Lo farei ma non hanno bisogno di me, credimi, Frank Castle è in buone mani!

 

Perché secondo te non sono mai riusciti a fare un film veramente buono sul personaggio dopo ben tre tentativi? Hanno tutti e tre dei buoni spunti qua e là ma non…

 

Non rendono mai giustizia vero? Non so perché… Posso dirti che negli ultimi due anni ho parlato con un bel po’ di produttori cinematografici, non del Punitore, ma di altre cose, e credo di conoscerne la mentalità ormai. Credo che pensino che ci sono cose che vanno bene per un fumetto, o un romanzo, ma che secondo loro devono essere fatte in un altro modo per il cinema. Non credo che si fidino del tutto del materiale di partenza, pensano debba essere cambiato per poter trarne un film, magari sanno meglio di altri come fare film, non so perché agiscano così.

 

Ma se prendi il materiale di un altro o lo fai in quello stesso modo o non lo prendi giusto? Che senso ha stravolgerlo? Poi non è più il materiale di partenza!

 

Certo, mi chiedo anche io infatti, allora perché gli piace in partenza se poi lo vogliono cambiare? Il difetto loro è quello che ti dicevo. E specialmente col Punitore mi piacerebbe vederli che si fidano del materiale di partenza.

 

Sei piuttosto impegnato con la Marvel, com’è lavorare per un tale colosso?

 

All’inizio ne ero intimorito, ora sono entrato più nella routine del lavoro e mi faccio meno problemi. Ho un ottimo editor che mi tiene sui binari giusti, mi sento molto fortunato e so di essere in buone mani. Poi dipende su quale testata si scrive. Quando scrivo Deadpool so che accettano i miei script come sono, li pubblicano e tante grazie, mentre ad esempio con gli X-Men sono molto protettivi e c’è da stare attenti, si è più controllati e lo script passa attraverso loro, c’è un continuo confronto, sono molto più attenti ma è normale, perché è una delle testate storiche che li ha resi l’impero che sono.

 

Ci puoi parlare dei tuoi progetti futuri?

 

Progetti futuri… come ti dicevo prima sto sottoponendo a delle case editrici una possibile serie a fumetti di mia creazione, poi dato che sono così occupato con i fumetti e con le scadenze relative la mia tabella di marcia con i romanzi è più difficile adesso. Così ho metà di un romanzo di genere crime, metà romanzo di fantascienza, sto cercando di fare un po’ qui e un po’ lì, ho diversi progetti in ballo, ma verso novembre qualcuno di questi si concluderà, così avrò più tempo da dedicare ai romanzi. Sto cercando di organizzarmi e di finire più cose possibile, ma è sempre un gran divertimento.

 

 

Per maggiori info sull’autore: http://victorgischler.blogspot.com/

 

 

Per maggiori info sul Festival ospitante:

https://www.culturalismi.com/culturalismi/eventi-letterari/sugarpulp-festival-2011-padova-si-tinge-di-noir.html

 

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