di Massimiliano Franchi
L’Italia musicale indipendente vive in una folle dicotomia tra il malinconico sussurro del cantautorato pop e il rabbioso ruggito dell’heavy rock, connubio di qualità che unisce centinaia di band emergenti e affermate nella voglia di scrivere in lingua nostrana, mantenendo un’attitudine musicale più internazionale.
I romani Alma Irata sono una di queste realtà, urlando la loro rabbia con testi di ispirazione politica e sociale e le chitarre distorte al massimo.
Il loro EP Errore di Sistema, che ha compiuto un anno di vita, racchiude canzoni di disagio e denuncia come Odio, inno anti-politico hardcore, Male Nostrano, disgusto rassegnato della passività sociale italiana in chiave hard rock, Giù Nel Freddo, metallara empatia con i terremotati abruzzesi, Nel Tuo Nome, con i suoi riff contro la religione come scusa bellica, Quello Che Volevo, che sussurra le storie di tanti emigranti, e la finale Oppio, un crescendo misto tra new wave e punk.
Considerando questi sei brani come una premessa, l’EP è un biglietto da visita di alto impatto, una bomba musico-emozionale che esplode nei timpani e entra nei muscoli pronti a scuotere tutto il corpo.
Ben vengano dunque band così, per risvegliare e scuotere le coscienze con la loro musica fatta di sudore, sangue, lacrime, urla e fondamentalmente passione.
Per maggiori info: http://www.facebook.com/pages/ALMA-IRATA/
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