di Lorenzo Mazzoni
Mi sono già occupato di Rodolfo Walsh in un articolo apparso nel marzo del 2013 su Il Fatto Quotidiano: Buenos Aires, per non dimenticare il terrorismo di Stato e credo che bisognerebbe dare più spazio nei giornali e nelle riviste che si occupano di letteratura a questo straordinario personaggio. Nato artisticamente come autore di libri gialli, fondò a Cuba, insieme a Gabriel Garcia Marquez, l’agenzia giornalistica Prensa Latina. Fu lui a intercettare e decodificare un telex della CIA sull’invasione della Baia dei Porci. Grazie alle sue informazioni, i cubani si prepararono all’invasione. Scrisse il libro Operación Masacre per testimoniare un brutale e singolare episodio del periodo che vide il tentativo da parte dei peronisti di prendere di nuovo il potere: un gruppo di giovani che stavano seguendo la radiocronaca di un incontro di boxe fu trascinato via e fucilato in un immondezzaio; la singolarità dell’evento sta nel fatto che sette dei dodici sopravvissero persino ai colpi di grazia. L’episodio colpì profondamente la sensibilità del giornalista, che scrisse il suo libro capolavoro. Si unì al movimento armato dei Monteneros, quando il peronismo fu bandito. Lo scrittore combatté in prima linea la feroce dittatura dei generali, durante la quale perse la vita in uno scontro a fuoco anche la figlia ventiseienne Vicki. Divenne un super ricercato, cambiò identità, andò a vivere con la compagna Lilia Ferrerya in un piccolo villaggio fuori Buenos Aires.
Nel marzo del 1977 scrisse una lettera aperta al generale Videla e alla sua giunta (la Carta Abierta de un Escritor a la Junta Militar), lettera in cui denunciava e chiedeva conto dei crimini perpetrati: compilò liste di morti e desaparecidos, risalenti alle fosse comuni e ai centri di tortura; non tacque della depravazione in cui il paese era caduto, descrivendo l’uso estremo della tortura e il coinvolgimento della CIA nell’addestramento della polizia argentina; non ultimo, denunciò la fallimentare politica economica, che avrebbe portato povertà e condizioni di lavoro prossime allo schiavismo. Venne catturato in un’imboscata a Buenos Aires mentre diffondeva la sua lettera, spedendone alcune copie per posta alle redazioni dei giornali argentini e a corrispondenti stranieri. Fu ucciso lo stesso giorno della sua cattura e il corpo bruciato e buttato in un fiume. Nessuno, all’epoca, pubblicò il suo scritto, ma lo stesso Walsh ne era consapevole, ciononostante bisognava andare avanti: “Senza la speranza di essere ascoltato, con la certezza di essere perseguitato, però fedele all’impegno che ho assunto da molto tempo di dare testimonianza nei momenti difficili”.
In Italia Operazione Massacro (che contiene in appendice anche Lettera aperta di uno scrittore alla Giunta Militare) è stato pubblicato da La Nuova Frontiera e dà la possibilità ai lettori italiani di confrontarsi e ammirare uno dei capolavori di quello che potremmo definire New Journalism, una contro-inchiesta giornalistica che diventa letteratura straordinaria. Walsh capisce che per dare spessore all’indagine dell’efferato massacro commesso dai militari della Revolucion Libertadora a danno di ignari cittadini è necessario che il linguaggio giornalistico diventi una vera e propria opera narrativa e che prenda dal noir la struttura, il montaggio e il ritmo. Walsh è interessato al crimine politico, al silenzio delle sfere di potere davanti a esso, ed è interessato a denunciare i governi che sono solidali con l’assassinio senza attenunati, che lo accettano e non lo puniscono poiché i governanti non sarebbero mai disposti a punire se stessi.
Un testo coraggioso di un uomo coraggioso. Usando le stesse parole dell’autore: “Trovo un uomo che si appassiona. Tremando e sudando, perché nemmeno lui è un eroe da film, ma semplicemente un uomo che si appassiona, che è ben più di un eroe da film”.
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