di Marco Maresca
Maura camminava a braccetto con Michele lungo i percorsi guidati di uno scintillante centro commerciale. L’andatura era costante, mistura sapiente di pause e passi veloci, tipica – e si potrebbe aggiungere innata – dei compratori medi del duemila, quell’andatura che consente di riconoscere in movimento il prodotto che sembra corrispondere alle aspettative. Nello specifico, l’aspettativa di Maura e Michele era di arredare l’appartamento appena preso in affitto.
Dopo aver passato le esposizioni degli articoli per il soggiorno, si soffermarono nel reparto camere da letto. Arredare l’ambiente in cui dormire e fare l’amore era la loro priorità. E qui, alla vista del primo letto matrimoniale a cassettone, Maura ebbe il primo déja-vu. Aveva già vissuto quel momento, e non con Michele.
Dieci minuti di sguardi attenti e già erano stanziati davanti a un letto che piaceva molto a entrambi. E qui il déja-vu si trasformò in un ensemble di ricordi palpabili. Le tornò in mente il letto che aveva comprato con Alfredo, il marito da cui si era separata, e il momento in cui lo avevano scelto tra i tanti esposti. Erano al colmo della felicità. Erano all’apice della loro storia d’amore, nel momento in cui il presente era tutt’uno con l’eterno. E quel letto rappresentava l’universo parallelo ed eterno nel quale sarebbero restati, loro due soli, per sempre.
Adesso stava facendo la stessa cosa, ma in compagnia di Michele. Che sorrideva e ammiccava, immaginando e prospettando futuri momenti di piacevolezza. Michele guardava Maura. Che proprio non riusciva a sorridere.
Michele scelse un letto, Maura disse senza troppa convinzione che poteva andare bene. Poi passarono avanti.
Michele parlava, immaginava e prospettava. Maura, invece, aveva smesso di ascoltare. Dopo un po’ smise anche di vedere. Era stata proiettata nella sua precedente vita, e in pochi secondi era stata costretta a vedere quello che era successo in otto anni, il tempo che aveva preceduto l’incontro con Michele. La proiezione chiara di emozioni e fatti già vissuti era scaturita da quanto stava accadendo in quello scintillante centro commerciale, come se si fosse aperto un varco a cavallo tra spazio e tempo. Maura e Alfredo: cercare, desiderare, amare, volere, avere, conoscere, capire, deludere, soffrire, dimenticare. E un letto matrimoniale a fare da schermo ai sentimenti in trasformazione.
Maura disse a Michele che doveva andare in bagno e si allontanò con gli occhi lucidi. Lui, però, non se ne accorse. L’aspettò a lungo, si preoccupò, la fece chiamare dall’altoparlante. Ma Maura era già fuori. Mise in moto l’auto, e se ne andò per sempre.
Michele capì quello che era successo soltanto dopo otto anni.
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