di Francesco Bordi
Chi sono i primi amici che andate a conoscere nel momento in cui vi trasferite in una nuova grande città? I colleghi di lavoro? I ragazzi conosciuti a scuola o all’università? I negozianti sotto il vostro appartamento? Forse, ma solo in un secondo momento. Appena giungete in una metropoli il vostro primo impatto è con i trasporti e, in modo particolare, con la metropolitana. Cominciate a familiarizzare con i nomi delle fermate, con le uscite delle stazioni e con le piccole mappe affisse nei corridoi sotterranei. Nelle menti vanno componendosi pezzi di un puzzle al quale, ad ogni viaggio, aggiungete un altro pezzo. Ogni volta si acquista un po’ più di conoscenza circa l’area attorno a quella finestra sulla terra, quell’apertura sul suolo storico di un assemblamento urbano in continua crescita sui cui nomi andiamo interrogandoci… Sono quelli i nostri primissimi amici: la metro con i suoi orari, i nostri abbonamenti e la sua frequenza. Cominciamo così a muoverci al ritmo della metropolitana…
Questo movimento cadenzato della metro in sintonia con un acuto sguardo “forestiero” è stata la geniale scintilla che ha permesso a Lorànt Deutsch di regalarci questo testo speciale sulla capitale francese. “Metronomo. La storia di Parigi al ritmo del metrò” – L’Ippocampo Edizioni -, è un testo che racconta le vicende della capitale, e in maniera più estesa della Francia intera, attraverso le fermate della rete metropolitana che copre egregiamente l’intera città. L’autore sceglie capitolo dopo capitolo una stazione per raccontarci ogni volta un secolo della “Ville Lumière”, cominciando dal primissimo agglomerato gallico su un’isoletta della Senna – fermata “Cité” (ligne n.4) – fino a giungere al simbolo della modernissima Francia che guarda all’innovazione – fermata “La Défense” (ligne n.1). L’autore ci svela così non solo la “historia” della nazione francese, ma ci mostra ancora ricercati aneddoti, piccoli e grandi segreti e le pianificazioni inerenti a condottieri ed imperatori, papi e santi, così come mercanti e gilde per proseguire su artisti e letterati. Non vengono disdegnati anche elementi di colore come le digressioni sui matrimoni combinati, spesso fallimentari, un po’ di gossip, o ancora le dettagliate descrizioni delle torture inflitte al notabile di turno.
La grandezza del testo però non risiede tanto nella ri-identificazione contemporanea delle strutture affrontate a proposito dei secoli descritti, né tanto meno nelle dotte spiegazioni che puntualmente vengono fornite sul nome della stazione di partenza per narrare le vicende. Già questi due elementi varrebbero il prezzo del libro. Grande infatti è il fascino che scaturisce nel seguire le ricostruzioni che nostro Lorànt condivide nel segnalarci i resti di un’antichissima struttura medioevale sotto a quel preciso ristorante o all’interno delle cantine di quell’altro edificio vicino a Place de la Bastille. Così come risulta coinvolgente la spiegazione del doppio nominativo in relazione alla fermata “Châtelet-Les Halles” e di molti altri nomi propri, parole ed espressioni mantenutisi fino ai tempi odierni. Ma la chiave vincente di Metronomo è proprio il suo creatore. È lui con il suo narrare in maniera ammiccante, attraverso il suo amore per la città di Parigi e grazie al suo vizio, presumibilmente piuttosto spontaneo, di parlare direttamente al lettore suggerendo espressamente i posti da visitare per riscontrare le tracce della storia nei luoghi odierni, insomma è lo stesso Lorànt Deutsch a far sì che prendere la metro durante il I secolo d.C. per scendere al XXI risulti una scelta convincente e tutt’altro che noiosa. Certo in circa 363 pagine di scrittura qualche piccolo difetto doveva pure uscir fuori. Il titolo in questione risulta, forse, troppo lento in alcune parti in cui l’autore si dilunga eccessivamente nella storia d’oltralpe. In tal senso nell’economia della narrazione non tutte le parti del testo sono omogeneamente accattivanti. D’altronde Lorànt non è, ancora, il grande scrittore che di certo diventerà. La sua scrittura tradisce l’attività d’attore che effettivamente svolge. Ed è proprio questo approccio accattivante ed evocativo che è andato a ben inserirsi nella descrizione di una Parigi dalla molteplici connotazioni. Metronomo è molto più di un saggio: è un manuale alternativo di storia, è una guida della città, è un testo di “civilisation française”, è un’antologia di racconti d’epoca, è un compendio di urbanistica così come, in una certa misura, è un trattato di antropologia e in molte parti può anche risultare un sunto di agiografia territoriale. Anche tutta questa indecisione fa sì che, forse, l’autore non abbia ancora tutti gli strumenti pronti, ossia nel pieno della maturazione, per essere considerato lo scrittore-rivelazione dell’anno, ma dimostra un dato di fatto ugualmente importante: l’appassionato di storia di Parigi, oltre che di teatro e cinema, si è rivelato un eccellente cronista di epoche passate, in alcuni casi migliore di chi quel lavoro lo fa di mestiere. La documentazione di cui si è servito è impressionante così come la dedizione e l’amore alla causa della divulgazione di pregi, vizi e caratteristiche delle donne e degli uomini che hanno fatto grande l’antica “Lutezia” conosciuta oggi come “la Ville lumière”.
ll premio César 2003 per la migliore speranza del cinema francese (va detto) ha narrato con precisione, ironia e dovizia di particolari l’iter che ha portato Parigi ad essere Parigi senza risparmiare ed omettere le obbrobriosità e le pagine della vergogna là dove riteneva che ve ne fosse necessità. Di certo il testo troverà maggiori consensi tra coloro che già conoscono la bella metropoli d’oltralpe e in coloro che hanno intenzione di visitarla, ma la verità è che tutti noi vorremmo avere un Lorànt Deutsch in grado di ripercorre con pazienza e costanza le tappe della propria città rendendo orgogliosi coloro che la abitano. Il nostro attore, dopo circa cinque anni di ricerche, ha rivelato molti segreti che non si sapevano svelando al contempo l’esistenza di altri misteri che ancora non sono stati chiariti. Tutto questo non può che aggiungere fascino ad una grandiosa struttura metropolitana che già ne possedeva in abbondanza. Per la cronaca (è il caso di dirlo) io sono nato e vivo a Roma… Quanta invidia ed ammirazione per ciò che sei riuscito a realizzare, caro Lorànt…
Lorànt Deutsch, “Metronomo – La storia di Parigi al ritmo del metrò”, Milano, L’Ippocampo, 2012.
Titolo originale: “Metronome, l’histoire de France au rythme du métro parisien”
Per ulteriori info sull’edizione italiana: http://www.ippocampoedizioni.it/cerca?search_query=metronomo&orderby=position&orderway=desc
Per ulteriori info sull’edizione originale: http://www.michel-lafon.fr/livre/1152-LE_COFFRET_METRONOME.html
Per ulteriori info sulla realizzazione dell’opera: http://lcfotos.free.fr/wordpress/
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