di Fabio Migneco
Ogni tanto qualcuno tira fuori il film che non ti aspetti. Ultimamente, in anni in cui la fantascienza langue, arrivano comunque belle sorprese come Moon o come questo Looper.
Terzo lungometraggio per il regista indie Johnson, già autore di Brick e The Brothers Bloom, il film è uno di quei curiosi impasti ben riusciti che frulla dentro molti elementi noti per poi ricavarne qualcosa se non di nuovo, sicuramente di fresco e piacevole. Al suo interno c’è un film di fantascienza, ma anche d’azione, una storia d’amore, elementi horror, il racconto distopico, i viaggi nel tempo, il lato di puro entertainment e quello più intimista e filosofico. Nella metà del ventunesimo secolo i looper sono dei killer professionisti che uccidono vittime mandate indietro nel tempo da un futuro di trent’anni in avanti, dove i viaggi nel tempo sono ormai realtà ma sono controllati dal crimine organizzato, che così facendo elimina chi deve senza lasciare tracce. Joe è un looper tra i migliori, ma quando il vecchio sé stesso appare come bersaglio di turno, non riesce a premere il grilletto e da lì parte uno scontro tra i due, ognuno determinato ad ottenere qualcosa che possa modificare il loro futuro. Joe da giovane è Joseph Gordon-Levitt, da vecchio è Bruce Willis. E se state per dire che i due attori non si assomigliano per niente aspettate. E’ vero, ma con un po’ di trucco e con un ottimo lavoro sulla voce e le movenze, Gordon-Levitt riesce a impersonare un credibilissimo giovane Willis, almeno il Willis di questo film. La sua performance andrebbe obbligatoriamente gustata nella versione originale ed è senza dubbio uno dei valori aggiunti del film. Anche il buon Bruce da par suo regala uno dei suoi ruoli migliori degli ultimi anni, dopo svariate piccole parti e alcune prove più opache, a riprova che quando crede ciecamente in un progetto dà il meglio di sé ed è sempre un bel vedere. Non tutto è perfetto nel corso del film, c’è anche qualche momento più noioso e meno riuscito, ma c’è una sequenza di montaggio che mostra l’invecchiamento del personaggio di trent’anni in due minuti che da sola vale la visione. E molto altro, con un cast di contorno di tutto rispetto da Paul Dano a Emily Blunt fino a Jeff Daniels. L’universo narrativo e visivo presentato è compiuto e quasi sempre coerente, non manca l’ironia nei punti giusti, né il romanticismo e in generale il film (che cita con eleganza i classici del genere da Terminator a L’esercito delle 12 scimmie guarda caso sempre con Willis) ha altissime qualità di rivedibilità. E’ un film che gioca con i generi senza esserne fagocitato e beneficia dell’apprendistato del regista nel cinema indipendente, dal quale mutua una sensibilità e un equilibrio che altri film simili non hanno e lo fa con classe e intelligenza, col coraggio di rischiare e di metterci il cuore. Non è affatto poco per un possibile blockbuster.
Per ulteriori info: http://www.loopermovie.com/
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