di Ornella Rota
ATENE. “Oggi tutto il mondo sta in crisi e la Grecia persino di più: dunque è il momento migliore per avviare nuove iniziative imprenditoriali. Smettiamola di sottolineare solamente i cambiamenti in peggio _ numerosi, gravi, pesanti _ che la nostra vita ha finora subito”: Symeon Hatzioannou, esperto finanziario, consulente di società greche e internazionali, rifiuta i luoghi comuni e si ostina a pensare positivo.
“La crisi”, prosegue, “ci costringe a reinventarci, a diventare duttili e solidali. Il “mito” dell’impiego statale, ad esempio, vacilla dopo i tagli e l’insicurezza di stipendi e pensioni. Così, continuamente emergono start-up, specie nelle nuove tecnologie. Mettono insieme le forze, fanno progetti, si organizzano e appena possibile si registrano come straniere, per aggirare pratiche burocratiche asfissianti, contraddittorie. Nel 20% degli uffici dell’amministrazione non c’è neppure un impiegato, soltanto un direttore con un titolo e un’indennità per dirigere se stesso; nel 57% ce ne sono al massimo tre. Tutti i governi hanno invano promesso riordino. Dal 2010, qualche accenno di cambiamento: da poco c’è persino uno ‘sportello unico’ che tenta di semplificare. Liberarci di una tale burocrazia, con il suo bagaglio di corruzione, renderebbe immediatamente il Paese appetibile per gli investimenti”
I settori da privilegiare? E i provvedimenti più urgenti?
“Abbassare al massimo possibile l’ IVA, facilitare l’accesso alle transazioni monetarie, ridurre le tasse sul reddito. Mi pare invece inutile allungare i tempi delle riforme, come auspica il governo. Quanto ai settori, dovremmo puntare soprattutto su sole e mare. Ma le risorse naturali non serviranno se non impariamo a essere professionali. E lungimiranti”
Secondo te gli interventi di oggi mirano ad avvicinare progressivamente gli Stati europei con un euro comune più forte, oppure a calmare le acque e poi ognuno tornerà alla sua moneta?
“Chi lo sa. E’ in corso una planetaria ridistribuzione di carte. Siamo tutti interdipendenti. Cosa succederà in Cina? Chi vincerà le elezioni negli Stati Uniti? Ci sarà un’altra guerra in Medioriente?”
Anche in Grecia ci sono gruppi che si augurano l’uscita dall’euro; in qualche zona è già stato sostituito con altri metodi di pagamento.
“L’uscita dall’euro sarebbe un’autentica catastrofe, come sa chiunque si occupi seriamente e in buonafede di economia e di finanza. Ma il danaro essendo sempre di meno, stanno sorgendo _ di fianco all’euro, non contro _ nuovi modelli di interscambio e baratto. A Volos ad esempio c’è il TEM (Unità Alternativa Locale), un sistema di crediti impostato esclusivamente sulla Rete, elogiato dalla Banca d’Inghilterra. In Atene e Salonicco aumenta la popolarità delle Banche del Tempo. A Katerini (vicino a Salonicco) e altrove sorgono ulteriori iniziative, sostanzialmente impostate sul baratto”
Che una maggiore duttilità e una rinnovata solidarietà siano legate ai recenti giri di vite, molti altri indizi confermano.
Duttili si stanno ad esempio dimostrando i commercianti, specie del tessile (settore più colpito, con l’edilizia). “Non sapendo se e quanto venderai il mese dopo, non ti rifornisci per la stagione successiva e prima o poi chiudi. Medesimo discorso per la distribuzione, dove ricevi i pagamenti a 10/12 mesi invece che nei consueti 70/80 giorni”, dice Anna Nicolaidis, funzionaria di una ditta di abbigliamento e fino all’anno scorso dirigente di un’azienda leader che ha chiuso. Parecchi commercianti tuttavia non lasciano, anzi: “Chiudono la boutique e aprono un locale per souvlaki o frozen yogurt. Fra agosto e settembre, solamente a Glyfada (quartiere residenziale sul mare) se ne sono inaugurati una decina, tutti molto accessibili”. In generale, l’alimentare è il settore meno colpito. I fioristi poi _ tra onomastici, compleanni, matrimoni, festa di san Valentino, ricorrenze varie e funerali _ sembrano soffrire ancora meno, pur avendo abbassato i prezzi”
E la solidarietà si riaccende nella maggioranza degli abitanti di questo straordinario Paese umiliato dagli squadristi vigliacchi di “Alba dorata”, che si sentono tanto “efficienti” aggredendo immigrati per strada. Gli immigrati vivono in condizioni subumane; e i senzatetto continuano ad aumentare (circa 15mila ad Atene). La fondazione Stavros Niarchos finanzierà con oltre 10 milioni di euro alcune ONG che assistono entrambe le categorie. Nella capitale crescono i punti per raccogliere e distribuire beni di conforto, organizzare mense, centri medici, collette (un esempio: il gruppo musicale Encardia chiede agli estimatori di comprare, per i concerti, non dei biglietti ma scatole di medicinali e con quelle presentarsi in teatro o nel locale). I pazienti greci hanno intanto superato gli immigrati nella clinica di Médecins du Monde, loro destinata.
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