DAMIEN RICE. 30 luglio 2012 – Roma

di Massimiliano Franchi

Era la prima volta che mettevo piede nella Cavea dell’Auditorium di Roma: decisamente uno spazio ampio ma intimo allo stesso tempo, con un’ottima acustica e perfetto per l’esibizione di Damien Rice alla quale ho assistito.

Il cantautore irlandese, con solo due album all’attivo, di cui l’ultimo ormai datato 2006, figlio di Radiohead, Jeff Buckley, Nick Drake, Elliott Smith, ma con la sua voce unica e inconfondibile, si presenta da solo, con una chitarra acustica e una tastiera (utilizzata poi solo un paio di volte). La voce di Damien riempie la cavea in modo suadente già con l’iniziale The Professor & La Fille Danse e continua a far tremare stomaci e palpebre pescando qui e lì dal suo breve ma intenso repertorio con Delicate, I Remember, Eskimo (con lo splendido stacco lirico in celtico nel finale), 9 Crimes (non facendo rimpiangere la mancanza della voce femminile di Lisa Hannigan presente nell’incisione originale, ma alternando tonalità basse e alte con dolce maestria) e Accidental Babies.
Ma l’animo da romantic boy di Damien è solo un lato del suo carattere e, scherzando come un busker di strada, invita due promessi sposi svedesi a salire sul palco per dedicare ad Amie la sua omonima canzone, per poi continuare tra ammiccamenti e ironie a deliziare il pubblico con Older Chests e Woman Like a Man.
Il ritmo ballabile di Volcano accompagna tutto il pubblico (diviso dal cantautore in tre sezione) a cantare il finale a tre voci della canzone, mentre, dopo Coconut Skins, Elephant e Cold Water (con Hallelujah alla Jeff Buckley nel finale), mr. Rice si diletta in uno sketch finale, con la collaborazione sempre della coppia svedese, per cantare Cheers Darlin’.
Pochissimi minuti dopo ritorna sul palco per eseguire Rootless Tree e quindi, facendo spegnere tutto l’impianto di amplificazione, regala al pubblico una versione completamente unplugged e decisamente emozionante di Cannonball, prima del finale di The Blower’s Daughter (con Creep dei Radiohead nel finale).
Damien Rice si dimostra un musicista dal talento incredibile e allo stesso tempo un ragazzo semplice, di quelli che ad una festa stanno sempre con la chitarra in mano, per far ridere gli amici o per conquistare qualche ragazza. Mi auguro dunque nuove incisioni a breve (si parlava già nel 2008 del suo progetto di un concept album su un suo viaggio a Barcellona), per nuove emozioni dapprima casalinghe, ma da trasformare poi in grandi brividi e pelle d’oca dal vivo il prima possibile.

Fotografia di Massimiliano Franchi © tutti i diritti riservati

Per ulteriori info sull’artista: http://www.damienrice.com/

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