di Roberto Ceci
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Wild Town
Wild Town è una piccola città che si trova nel centro degli Stati Uniti, conta solo cinquecento abitanti più altri duecentocinquanta dei due paesi confinanti Hellbuck e Porrown. A Wild Town si vive come in un paese, ci si conosce tutti per nome e nessuno sembra avere un solo segreto. A Wild Town vive un uomo,Winston Smeeth, il becchino del paese che, oltre ad avere l’unico ufficio di onoranze funebri è anche proprietario dell’unico ufficio investigativo di zona, un ufficio però che è quasi sempre chiuso. Fino ad ora…
Capitolo 9: Arrivammo molto tempo fa
Lo sceriffo sembrava molto serio, era concentrato, doveva liberare Winston. L’agente che avevano “preso in custodia” li guidava attraverso dei tendoni e degli enormi hangar. Nessuno sembrava averli notati e, dato il numero di persone che stavano lavorando nei dintorni, questo sembrava incredibile.
-Fermi, fermi, non mi spingete. – Disse l’agente che camminava con la pistola di Clark, uno dei due uomini di Big Bob, sulla tempia.
-Cosa c’è? – Chiese Winston. I quattro si trovavano dietro un angolo morto, accovacciati a terra.
-Qui dietro c’è una porta, dobbiamo entrare lì, ma ci sono due agenti a controllarla, non riusciremo mai a passare.
-Okay, fammi pensare…
-Sentite voi siete dei pazzi. Non avete idea del casino in cui vi state cacciando, non sapete cosa c’è lì dentro.
-Beh, siamo qui per scoprirlo…facciamo così, ci aiuterai.
-Credo di aver fatto abbastanza! – Rispose l’uomo che sembrava volersi ribellare.
-Clark! – Disse semplicemente lo sceriffo. Clark alzò di nuovo la pistola e tirò indietro il cane, al semplice scatto dell’arma l’agente tornò in se.
-Sì, okay vi aiuto! Cosa faccio?
-Chiama aiuto e falli venire qui, al resto penseranno Bianca e Bernie qui dietro di me.
Detto fatto due minuti più tardi Lo sceriffo e gli altri entrarono nell’hangar indicato dall’agente, portando i due corpi addormentati delle guardie e nascondendoli come potevano. Non sarebbe passato molto tempo prima che qualcuno gli avrebbe scoperti.
Avanzarono rapidamente, lo sceriffo sentiva che erano vicini a Winston quando ad un certo punto una vecchia sensazione che aveva già provato, un senso di freddo sulla tempia.
-Fermi teste di cazzo!
In una stanza nelle vicinanze…
-Su forza smettetela!!!!!! – Winston urlava, dagli altoparlanti della “sala interrogatorio” risuonavano forti le note di un album di Lady Gaga!
-Cristo santo basta!!!!!!!!!! – L’agente Fox irruppe nella stanza. La musica cessò.
-Allora ti sei deciso a parlare.
-Senti c’è una legge sui diritti umani, lo sai?
-Certamente.
-Allora stracciala, vi prego torturatemi…staccatemi le unghie delle mani, bruciatemi con le sigarette, tagliate il mio corpo…ma basta Lady Gaga, non ne posso più!!! Vi prego…
-Dirò di ricominciare se non mi dirai qualcosa della tua città, perché nascondete questo segreto?…perché sei qui?…chi è a conoscenza di questo posto?
-Senti, io veramente non ce l’ho con te, in fondo mi ricordi i miei vecchi Big Gym, ma non so di cosa stai parlando, io non so nulla di questo posto, siete voi che avete attratto la mia attenzione portando in un paesino il vostro circo…
-Così non va, così non va…- Nella stanza entrò un altro agente, sembrava agitato, parlò all’orecchio dell’agente Fox che sembrò pensare a qualcosa, con la mano si strofinava il mento, poi annuì e disse:
-Okay, portateli dentro! – Poi voltandosi di nuovo verso Winston. – I tuoi amici sono venuti a prenderti, adesso sentiremo anche la loro versione. – All’interno della stanza furono portati suo padre e due tizi che Winston non ricordava di aver mai visto. Winston si sorprese di non vedere Christian, l’unico vero amico che aveva.
-Papà…
-Winston… – Padre e figlio si salutarono.
-Che bella riunione di famiglia, sono veramente felice di rivederla sceriffo Smeeth. – Disse l’agente Fox.
-Grazie, per me non è affatto un piacere.
-Stavo appunto chiedendo a suo figlio di dirmi cosa sa riguardo questo posto.
-Non sa nemmeno come cambiarsi le mutande sporche, figuriamoci le cose che non sa veramente…
-Grazie papà.
-Figurati, quando vuoi. Non potete trattenerci qui. Noi prendiamo Winston e ce ne andiamo e qualsiasi stronzata governativa facciate qui saranno affar vostri. Ci lasci andare. – L’agente Fox sembrò pensare veramente alle parole che aveva appena pronunciato lo sceriffo, riprese a strofinarsi il mento come aveva fatto poco prima.
-Voi siete venuti solamente in tre, per recuperare questo tizio?
-Non per me, ma non voglio sentire mia moglie che farà un frullato delle mie palle se solo non riporto a casa questo scherzo della natura.
-Vaffanculo papà.
-Figlio.
-Okay okay…mi volete far credere che nessuno in questa città sa dell’esistenza di questo posto.
-Siete stati voi a farci credere che qui ci fosse qualcosa.
-Incredibile…ma che razza di posto è? Possibile che siete tutti così stupidi?
-Ehi badi a come parla…
-Ve bene, forse vi credo, venite con me, vi mostrerò cosa c’è qui e forse voi mi saprete dire perché hanno scelto questo posto.
-Hanno? Di chi stai parlando? – Chiese Winston. L’agente Fox uscì dalla stanza e gli altri lo seguirono. Clark prese sotto braccio Winston e lo accompagnò fuori.
La strada che dovettero percorrere fu lunga e piena di corridoi praticamente tutti identici, Winston non sarebbe stato in grado di rifarle nemmeno se ci avesse provato cento volte. Alla fine L’agente Fox si bloccò davanti ad una porta, si voltò e disse:
-Il motivo di tutto questo si trova dietro questo posto, quello che vedrete è un segreto governativo, firmerete un foglio di non divulgazione, se racconterete qualcosa verrete perseguiti penalmente. Tutto chiaro? – Tutti annuirono.
-Bene, andiamo. – L’agente Fox aprì la porta. Entrarono in un hangar gigantesco, molti uomini lavorano intorno ad un oggetto enorme a forma di uovo. A Winston sembrò un enorme uovo di pasqua.
-Cosa cazzo…- Rimasero tutti li a fissare quell’oggetto a bocche spalancate.
-Signori, questo è quello che abbiamo trovato…
-È un…- Provò a parare lo sceriffo.
-Come lo avete trovato? – Chiese Winston. L’agente Fox si voltò di nuovo ad osservare tutti i presenti.
-Lo abbiamo individuato dal satellite, siamo venuti qui e abbiamo iniziato a studiarlo.
-Viene da…?
-Da un altro pianeta? Probabilmente, sicuramente non è terrestre. – Disse Fox.
-E Funziona? – Chiese lo sceriffo.
-No, almeno non sappiamo come farlo funzionare, sembra come spento…
L’agente Fox non riuscì nemmeno a finire la frase un rombo tremendo invase l’hangar, tutti gli addetti ai lavori si ripararono istintivamente le orecchie. L’uovo sembrò aprirsi lentamente, dall’apertura una fortissima luce bianca.
-Ma che diavolo… – L’agente Fox si avvicinò incredulo. L’uovo restò immobile così, il rumore cessò.
-Cosa è stato? L’aveva mai fatto? – Winston si stava avvicinando a Fox quando una voce dietro di loro parlò.
-Arrivammo molto tempo fa…
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