di Fabio Migneco
Torna il biker-demone col teschio in fiamme targato Marvel (linea Marvel Knights per lettori maturi, insieme al Rider trovate in edicola Devil e Il Punitore, un terzetto davvero niente male), già portato al cinema un lustro fa da Nicolas Cage, dichiaratosi fan del personaggio ben prima di trovarsi a interpretarlo. Il primo film era una mezza ciofeca, con qualche momento riuscito e molta ironia. Questa volta le cose vanno leggermente meglio, con ancora più ironia e con il vantaggio che peggio del primo film era difficile realizzare. La storia è sempre poca cosa, il bene contro il male, col Rider nel mezzo. Un bambino che forse è il figlio di Satana da salvare dalle grinfie del demonio, un prete motociclista alcolizzato dall’accento francese (il bravo Idris Elba, in realtà british purosangue, che fa quel che può), la sexy mamma Violante Placido in trasferta hollywoodiana che, dopo il Clooney abruzzese di The American, stavolta non si spoglia e dirà sì e no venti battute. Il bollito Christopher Lambert invece, monaco pelato, tatuato e perfido ce lo giochiamo dopo cinque minuti. E poi lui, il buon Nicola Coppola, in arte Cage, un folle che sul set recitava col viso truccato alla Baron Samedi, che applica il Metodo persino nella trasformazione da Johnny Blaze a Ghost Rider e che è capace, come sempre, di affrontare anche la più colossale delle cazzate con rigore assolutamente scespiriano. Quel poco di differenza la fa inoltre la regia del duo Neveldine e Taylor, folli anche loro, specializzati in tamarrate ad alto tasso testosteronico con una loro scombinata piacevolezza ed efficacia (i due Crank, cultissimi, Gamer, e un paio di script lungo il cammino), capaci di riprese sempre dinamiche, cinematiche e spettacolari, nonché di un senso dell’umorismo delirante che diverte. Anche qui crankizzano il Rider e la sua mitologia in un paio di punti e portano a casa il compito affidatogli, in attesa di incarichi ancora più onerosi e – pare – del terzo Crank, anche quello da girare in 3D (e la curiosità c’è).
Uno di quei filmetti che si bevono d’un fiato, contenuti in un’ora e mezza spaccata, sempre massacrati da tutti (specie da quelli che parlano per sentito dire e da chi di action e comics non ha mai capito nulla), ma che non hanno mai fatto male davvero a nessuno, né alla Settima Arte in genere.
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