di Fabio Migneco
L’argomento è tra i più delicati e sulla carta non era tra i più indicati per una commedia. Eppure questa vicenda di un ventisettenne a cui viene diagnosticato un raro cancro spinale è trattata nel migliore dei modi, senza toni funerei, né inutili pietismi, con umanità e con un’ironia garbata che non stona. Merito dello sceneggiatore Will Reiser, che ha vissuto sulla sua pelle qualcosa del genere e ha poi avuto la fortuna, la forza e la lucidità di raccontarlo. Il regista Levine da par suo fa i salti mortali per tenere il tono del film sempre in bilico tra commedia e dramma, senza mai essere banale o stucchevole nel versante serio, esagerato o di cattivo gusto in quello comico. Convincente il cast di giovani, da Joseph Gordon-Levitt nella sua prova più matura e compiuta (e il 2012 potrebbe essere il suo anno, da Nolan a Tarantino e non solo…) a Seth Rogen, in un’altra di quelle parti cucite addosso alla sua figura di immaturo perdigiorno dal cuore d’oro, ma anche le due ragazze Bryce Dallas Howard e Anna Kendrick, o le guest star tra le fila degli adulti come la mamma Anjelica Huston o Philip Baker Hall.
Purtroppo a conti fatti il film non dice niente di davvero importante o nuovo sull’argomento, ma i suoi pregi sono da riscontrare altrove, nella sua sobrietà e nella delicatezza del tocco e nel suo messaggio (se così si può definire), che dà importanza alle piccole grandi cose della vita e infonde nello spettatore la voglia di vivere ancora più a pieno la propria.
Leave a Reply
Your email address will not be published. Required fields are marked (required)