5 Novellisti grafici a Parigi.
L’Italia artistica che non si arrende grazie anche ai cugini d’oltralpe.
Pochi giorni ancora per contribuire ad aiutarli!
di Francesco Bordi
FRANCESCO BORDI: – Il progetto “5fumettisti5”… Era ora.!
Si sentiva la necessità di far presente al mondo che esistono degli artisti del fumetto in Italia che non sono da meno dei cugini d’oltralpe e degli altri professionisti che si vanno affermando nell’universo del tratto d’autore internazionale. Tu Gabriele ti sei coraggiosamente fatto promotore di questa scommessa culturale. Osservando il vostro video di presentazione su Ulule.com si comprende che il gruppo dei cinque si è trasferito a Parigi per poter svolgere seriamente e professionalmente il proprio lavoro in un luogo dove la creazione artistica fosse considerata effettivamente un’occupazione. Ora il sistema del crowdfunding può fornirvi il contributo necessario per realizzare il documentario sulla vita di questi italici artisti a Parigi regalando loro la vetrina in grado di lanciarli definitivamente sul ricettivo mercato di riferimento.
Parigi era in tal senso la migliore meta possibile. Mi interesserebbe conoscere il tipo di accoglienza che i colleghi e l’entourage francese hanno riservato ai ragazzi. Solitamente quando si parla la medesima lingua (intendendo la lingua del tratto artistico) i nostri cugini sono piuttosto bendisposti in ambito lavorativo. Me lo confermi Gabriele?
GABRIELE ORSINI :Assolutamente. Tutti e cinque i protagonisti del documentario sono arrivati a Parigi perché la Francia, e questa città in particolare, rappresentano il paradiso terrestre per questo genere letterario. Sicuramente dal punto di vista delle possibilità lavorative, visto che il mercato del fumetto ha dimensioni molto maggiori rispetto a quello italiano, che resta comunque il quinto mercato al mondo nel settore. Per capirci, da noi gli unici disegnatori che riescono a campare facendo fumetti sono quelli che si dedicano alle serie popolari, Bonelli e Disney in sostanza. In Francia ci sono molte più possibilità ed il panorama editoriale è più vario.
Al di là degli aspetti economici, ad attirare i fumettisti italiani (e non solo) è l’importanza riservata al genere nel dibattito culturale. Per un autore è fondamentale sentire di partecipare ad un dibattito, a livello di stimoli e non solo. In Francia e nei paesi francofoni il linguaggio del fumetto è da sempre considerato un modo come un altro di raccontare una storia. C’è una grande familiarità ed un’enorme attenzione.
Da noi, anche se negli ultimi anni la situazione si sta evolvendo, grazie soprattutto all’attività di Igor Tuveri e della Coconino Press, il fumetto resta confinato nel campo delle arti minori. Basti pensare al dibattito che si è sviluppato intorno alla candidatura di “Unastoria” di Gipi al premio Strega. Per esaltare l’opera di un fumettista si sceglie di candidarla ad un concorso riservato alle opere letterarie, come se per sottolineare l’importanza di un fumetto bisognasse affiancarlo al suo parente “nobile”, il romanzo. In Francia nessuno si sognerebbe di candidare un fumetto di David B o di Lewis Trondheim al prix Goncourt.ù
– F.B. : Alessandro Tota, Manuele Fior, Giacomo Nanni, Luigi Critone e Piero Macola. Sono tutti piuttosto giovani; non giovanissimi ma anzi, oserei dire dell’età giusta per lanciarsi in questo tipo di ambiziosa vetrina di se stessi. “D’habitude”, per dirlo alla francese, i fumettisti d’autore devono avere una certa maturità di tratto e soprattutto una buona base di “vissuto” per essere all’altezza di comunicare le varie tinte di stati d’animo attraverso disegni e nuvole parlanti. La media dei cinque eroi italiani mi sembra che sia intorno ai 34 anni e fin qui ci siamo. Il dato oggettivo che all’appello mancano le femminucce. In generale i grandi nomi degli artisti di settore in Italia sono spesso maschili, non così in Francia e nel resto dei mercati di riferimento. Vorrei conoscere la tua opinione al riguardo.
– G.O. : Per quanto posso, cerco di evitare la definizione di “fumetto d’autore”. Questo perché si tratta di una definizione che può trarre in inganno. Tutti i fumetti hanno un autore, e risulta difficile considerare un autore “più autore” di un altro. La differenza fondamentale è tra autori di fumetti popolari, serie costruite intorno a personaggi solidissimi che nascono in genere dalla collaborazione di uno sceneggiatore ed un disegnatore, e gli autori di quelli che il mercato editoriale ha chiamato “romanzi grafici” (graphic novel per usare il termine internazionale). I romanzi grafici sono narrazioni autoconclusive che generalmente rifiutano l’idea del personaggio ricorrente, che lasciano l’autore più o meno libero da formati e codici editoriali propri del fumetto tradizionale. Sul mercato italiano sono comparsi all’inizio degli anni 2000, quando intorno a Coconino si è sviluppata una scena di autori.
Rispetto alla prevalenza dei maschietti, mi fa piacere ricordare che pochi giorni fa Bianca Bagnarelli ha vinto il premio Nuove Strade al festival Comicon di Napoli, riservato ai talenti emergenti. Oltre al lavoro di autrice, che sicuramente la porterà a pubblicare con una casa editrice importante nei prossimi tempi, ha fondato Delebile Edizioni, una realtà tra le più vivaci del panorama italiano delle autoproduzioni. Un altro nome che mi viene in mente è quello di Federica Del Proposto, autrice romana trapiantata a Parigi che ha pubblicato alcune storie brevi su Black, una rivista edita da Coconino Press, e che dopo essersi dedicata per qualche anno all’illustrazione (con grandi soddisfazioni) ha deciso di tornare al fumetto.
Secondo me è solo questione di tempo ed anche in Italia avremo autrici molto valide da leggere.
– F.B. : Ho “spulciato” i profili dei ragazzi e devo dire che il talento “scorre potente” in loro, davvero. Hanno stili profondamente differenti l’uno dall’altro, ma tutti sono profondamente intensi ed incisivi. C’è chi lavora al computer, chi ama l’arte allegorica e ancora chi punta sui chiaroscuri e quindi chi cerca di cogliere l’essenza della quotidianità delle strade. Tutti molto bravi in maniera lampante. Come è avvenuta la selezione dei fumettisti per il progetto? È tutta opera della sinergia fra te e la “Coconino Press”, la mamma dell’operazione, oppure c’è altro?
– GO: Coconino Press non è implicata direttamente nella concezione del documentario. Quando mi sono trasferito a Parigi, nel 2012, un’amica mi parlava spesso dei “suoi amici fumettisti”. La cosa mi ha incuriosito ed ho voluto conoscerli. Al tempo non ero appassionato di fumetto, avevo letto Topolino da piccolo, conoscevo Corto Maltese e avevo scoperto Gipi quando ero in Erasmus in Francia nel 2005. Da giornalista e videomaker la prima cosa che mi è venuta in mente è stato di girare una serie di interviste, che poi sono diventate il cuore di questo documentario. I cinque autori di cui parlo sono legati soprattutto dal fatto di essere amici e di confrontarsi costantemente nel loro lavoro. Poi naturalmente, anche se fanno cose molto diverse tra di loro, ci sono delle affinità e degli aspetti che li accomunano che hanno in qualche modo a che fare con la loro italianità. Ma per scoprire di più dovrete aspettare il documentario!
– F.B. : 5FUMETTISTI5 può effettivamente costituire una bella catapulta professionale, ma qual è il vero successivo obiettivo? La nascita di una nuova casa editrice italiana a Parigi? L’incentivo a creare una grandiosa comunità culturale italiana in terra francofona? Oppure la semplice immissione definitiva di ogni singolo ragazzo nel mercato fumettistico d’oltralpe? A mio discreto giudizio sarebbe affascinante vedere il proseguimento di questa squadra verso progetti sempre più importanti e a questo punto raggiungibili, tutti raggiungibili…
– GO: Quello che mi interessa è soprattutto raccontare la formazione di una scena che in Italia resta ancora piuttosto sconosciuta. Gli autori che ho seguito non hanno certo bisogno del nostro documentario per farsi conoscere, visto che non sono esordienti ma al contrario sono già molto ben lanciati nel panorama editoriale. Poi c’è un’altra cosa che mi motiva, sarei molto contento se questo documentario potesse servire a dimostrare che esiste davvero chi vive disegnando fumetti. Manuele Fior ci ha raccontato che nella sua formazione di autore è stata molto importante la lettura di “Dedalus”, o “Ritratto dell’artista da giovane”. Leggere questo romanzo di Joyce l’ha fatto pensare per la prima volta che forse anche lui, che veniva da una famiglia dove l’arte non era vista particolarmente di buon occhio, poteva fare l’artista nella vita. Lungi da me l’idea di paragonarmi a Joyce, ma mi piacerebbe se 5Fumettisti5 potesse aiutare qualcuno, magari un giovane, a pensare che dedicarsi al fumetto può non essere un’idea assurda, che c’è qualcuno che ce l’ha fatta.
Per il resto, sinceramente adesso sono concentrato sulla promozione del crowdfunding, visto che se non otterremo il budget di cui abbiamo bisogno entro il 22 maggio non potremo procedere con la produzione. Siamo al 78%, adoggi mancano poco meno di 1.000 euro. Abbiamo ancora 15 giorni di tempo per arrivare al 100%, che è l’obiettivo minimo; per questo invito tutti a venire a dare un’occhiataalla nostra pagina Ulule, dove sono elencate tutte le ricompense che si possono ottenere contribuendo alla produzione. E sul nostrocanale Vimeoci sono il trailer ed altri due video promozionali che abbiamo prodotto.
– F.B. : L’eventualità di coinvolgere le istituzioni nostrane non è un elemento abbastanza degno da costituire una domanda per voi, ma a questo riguardo una curiosità mi rimane… Credi che se il vostro progetto andasse in porto tanto da diventare un realtà importante e quindi motivo di grande orgoglio nazionale… Ecco… A quel punto credi che scatterebbe una qualche telefonata dal ministeri italiani?
– GO: Al momento effettivamente non abbiamo preso contatti con le istituzioni in Italia. Siamo dispiaciuti del fatto che l’Istituto di Cultura Italiano di Parigi, sempre molto attento in materia di promozione culturale (e che nel 2012 ha ospitato una mostra dedicata ai disegnatori italiani), non abbia adoggi risposto alla nostra mail. Gli unici ad aver risposto alla nostra sollecitazione sono stati i responsabili dell’Istituto Francese Italiano, che ci hanno promesso un passaggio sui social network. Siamo invece molto contenti del fatto che il progetto abbia suscitato l’interesse delle case editrici che pubblicano i 5 autori, da Coconino a Futuropolis a Dargaud. Anche una semplice condivisione su Facebook o un retweet su Twitter sono fondamentali per noi. Allo stesso modo siamo felici che una testata specializzata come fumettologica.it ci abbia dedicato spazio e che la trasmissione Palomar di Radio Città del Capo ci abbia intervistato. C’è addirittura chi si è offerto di collaborare gratuitamente alla promozione, come Camilla Corsellini, che fa l’agente letterario specializzato nel fumetto e nell’illustrazione e che ci sta dando una mano fondamentale. Tutto questo è molto eccitante e ci fa ben sperare per il futuro, al di là delle chiamate dal Ministero.
– F.B. : Grazie della tua attenzione Gabriele! In bocca a lupo per la tua campagna di raccolta fondi:
http://it.ulule.com/5fumettisti5/
(riconoscimenti interessanti per coloro che vorranno contribuire. Avete tempo fino al 22 maggio)
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